Pisa, 10 dicembre 2025 – Un investimento di lungo respiro per aprire nuove strade nella lotta ai tumori. La Fondazione Airc per la ricerca sul cancro finanzierà, con 875mila euro complessivi, per cinque anni, il gruppo di Bioinformatica della Scuola Normale Superiore di Pisa, impegnato in uno studio avanzato sul possibile potenziamento delle terapie oncologiche attraverso l’analisi dei G Protein-coupled receptors (GPCRs). Si tratta dei “recettori accoppiati a proteine G”, la più vasta famiglia di recettori presenti sulla membrana delle cellule: un sistema complesso, già da tempo bersaglio di moltissimi farmaci approvati, soprattutto in ambito neurologico e cardiovascolare. Il loro ruolo nei tumori, tuttavia, è ancora poco sfruttato.

Ricerca medica

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Il ruolo chiave dell’Intelligenza artificiale

Il progetto, dal titolo “Boosting anti-cancer therapies via GPCR targeting and AI”, punta a comprendere più a fondo il funzionamento di questi recettori, oggi considerati non solo elementi chiave della comunicazione cellulare ma anche possibili intermediari dell’interazione fra il tumore e il suo microambiente. Grazie a tecniche avanzate di intelligenza artificiale, il team analizzerà enormi quantità di dati genomici per individuare nuove strategie terapeutiche. L’obiettivo è ambizioso: capire se farmaci già in uso per altre patologie possano essere “riproposti” per rallentare crescita e progressione dei tumori.

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Il progetto in uno degli hub di eccellenza della Normale

A guidare la ricerca è il professor Francesco Raimondi, coordinatore scientifico del progetto, che sarà ospitato all’interno del laboratorio BIO@SNS, uno degli hub di eccellenza della Normale nel campo della biologia computazionale. Il finanziamento Airc riconosce il valore di una rete internazionale di collaborazioni già avviate: quella con il gruppo di Silvio Gutkind dell’Università della California a San Diego, e quella con Asuka Inoue, ricercatore delle Università di Kyoto e Tohoku, specializzato nei meccanismi molecolari dei recettori. Un’altra partnership consolidata è quella con Antonino Cattaneo dell’Ebri (European Brain Research Institute) di Roma, che si occupa dello sviluppo di nanobodies, minuscoli anticorpi utilizzati per interferire in maniera mirata con le vie di segnalazione cellulari.

LABORATORIO-MICROSCOPIO-RICERCA

Accanto ai gruppi internazionali, il progetto rafforza anche il fronte italiano con una serie di nuove collaborazioni dedicate allo studio di due tumori gastrointestinali molto aggressivi: l’adenocarcinoma pancreatico duttale e l’epatocarcinoma, il tumore primitivo del fegato. Per il primo, la Normale lavorerà con il gruppo di Gioacchino Natoliallo Ieo di Milano (Istituto Europeo di Oncologia), che porterà competenze fondamentali nella comprensione delle basi molecolari del cancro pancreatico.

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La rete toscana creata per affrontare l’epatocarcinoma

È invece tutta toscana la rete creata per affrontare l’epatocarcinoma. Al progetto partecipano infatti il professor Davide Ghinolfi, dell’azienda ospedaliero-universitaria pisana, che fornirà campioni di tessuto prelevati da interventi di resezione o trapianto di fegato; la professoressa Chiara Raggi, del laboratorio di Epatologia dell’Università di Firenze, incaricata di sviluppare modelli cellulari in vitro su cui testare l’efficacia dei farmaci individuati; e la ricercatrice Chiara Mazzanti, della Fondazione Pisana per la Scienza, che si occuperà della profilazione “omica”, cioè l’analisi approfondita delle caratteristiche genetiche, proteiche e molecolari dei tumori.