Sarà un luogo di memoria nel ricordo di Giovanni Iannelli il tratto iniziale pratese della ciclovia che collega Prato a Firenze lunga 12 chilometri. È stato il sub-vicecommissario prefettizio Davide Lo Castro, in rappresentanza del Comune di Prato, presenti numerose autorità civili e sportive tra cui il presidente della Provincia di Prato e sindaco di Montemurlo Simone Calamai, ad inaugurare il percorso ufficialmente intitolato a Giovanni Iannelli, il giovane ciclista pratese che perse tragicamente la vita in Piemonte, nell’ottobre di sei anni fa per le conseguenze della caduta durante la volata finale sul circuito di Molino dei Torti in provincia di Alessandria. Per il Comitato Regionale Toscana di ciclismo presente la vicepresidentessa vicaria Gaia Passerini. Sulla targa oltre a nome e cognome anche la scritta “Azzurro del Ciclismo”. La cerimonia è stata vissuta con tanta emozione. Familiari, amici, compagni di squadra e semplici cittadini si sono stretti in un abbraccio collettivo, mentre volavano in aria decine di palloncini di colore arancione. In quel dolore composto, le parole durante la cerimonia del padre di Giovanni, Carlo Iannelli (oggi ha detto è un giorno di festa non parliamo di aspetti giudiziari), che continua a battersi instancabilmente per la celebrazione di un giusto processo e per un tema che riguarda ogni sportivo e ogni cittadino: la sicurezza sulle strade. L’intitolazione della ciclovia non cancella certo il dolore, ma transitando sulla ciclovia il ricordo tangibile sarà per Giovanni, per il suo sorriso, la sua passione, la sua maglia azzurra della Nazionale Italiana portata con orgoglio sulle pietre del pavé della Parigi-Roubaix quando correva da juniores. E transitando da quella zona di Prato a due passi dall’ingresso dell’autostrada Firenze-Mare, sarà un invito alla responsabilità, un richiamo a proteggere chi percorre le strade con amore per lo sport e per la vita. La città di Prato con questa cerimonia non ha solo inaugurato una ciclovia, ma ha celebrato un figlio, un atleta, che non deve mai essere dimenticato.
Antonio Mannori