La Ciel Tower non era destinata a diventare un record. Eppure, tra ripensamenti e nuove esigenze, il progetto ha continuato ad allungarsi fino a superare ogni concorrente. Quando l’architetto Yahya Jan ha avvisato il team che l’altezza stava sfiorando quella del Gevora Hotel, lo stupore si è trasformato rapidamente in determinazione: ormai valeva la pena puntare al primato.

Una base minuscola per l’ambizione di Dubai

Aperto ufficialmente il 15 novembre 2025, il grattacielo nasce su un perimetro che, per Dubai, è quasi una provocazione: circa 3.600 metri quadrati. Troppo pochi per l’idea tradizionale di hotel spettacolare.

L’ingresso lo conferma perché è elegante sì, ma raccolto e ben lontano dalle hall gigantesche a cui la città ha abituato. Ad essere la vera protagonista è la verticalità: ogni centimetro è stato raschiato per far convivere estetica e funzionalità.

Il nuovo albergo più alto del mondo si compone di 1.004 camere distribuite su 82 piani. Le linee sono pulite e i toni neutri, al punto che a fare la differenza sono le vetrate che incorniciano la Marina, la Palm Jumeirah e il Golfo. Un mercato già affollato? Sì. Ma il panorama di Ciel parla da sé.

L’“occhio della cruna”: quando il design serve alla natura

Il tratto più distintivo è il grande vuoto che attraversa la torre: un taglio verticale che l’architetto ha definito “eye of the needle”. Serve a far passare il vento e a ridurre le sollecitazioni, ma aggiunge anche teatralità.

A intervalli regolari, una serie di atrii alberati crea piccole pause verdi, ovvero spazi sociali, zone yoga, angoli di luce e aria fresca portati dentro grazie a lamelle che regolano la brezza marina.

Ci sono poi 8 ristoranti che occupano i livelli più panoramici, con il brand britannico Tattu a firmare le sale più scenografiche: House of Dragon al 74°, House of Koi che circonda la Skypool al 76°, e House of Phoenix sospeso all’81°, dove la vista funge da decorazione principale. La piscina che conta è quella al 76° piano: non enorme, ma progettata per dissolversi nell’orizzonte.

Eleganza contenuta, ambizione smisurata

Ciel non ha l’opulenza dei resort sul mare né hall da cattedrale, ma dimostra come Dubai sappia stupire anche giocando in sottrazione. Gli spazi comuni sono raffinati senza eccessi, le camere pensate per il comfort, e i livelli alti offrono panorami che giustificano l’azzardo di spingere un hotel fino a 377 metri.

In una città che cambia forma come fosse plastilina, il nuovo record potrebbe durare poco. Ma, per ora, Ciel aggiunge un tassello intrigante allo skyline: un gigante nato da un limite, trasformato in opportunità.