Il mondo dell’alta moda italiana piange in queste ore la scomparsa di Mario Borsato, icona di stile le cui creazioni partite da Treviso erano arrivate a conquistare la Milano capitale mondiale dell’haute couture tra gli Anni ’80 e ’90.
Borsato è mancato all’affetto dei suoi cari a causa di una malattia che gli era stata diagnosticata solo pochi mesi fa e il cui decorso è stato fulmineo, senza possibilità di cura. Dopo gli ultimi giorni trascorsi all’ospedale Ca’ Foncello, Mario è venuto a mancare circondato dall’affetto dei suoi cari. Ripercorrerne la vita significa raccontare la storia del Costume e di una Treviso effervescente, dinamica, piena di attenzioni verso lo stile e il vestire. Un mondo che oggi non esiste più. A ricordarlo ai nostri microfoni è il figlio Francesco: «Mio padre non amava definirsi uno “stilista”, parola che riteneva quasi volgare. Si sarebbe definito piuttosto un sarto couturier perché era così che aveva cominciato». Gli inizi di carriera risalgono infatti ai primi anni ‘60 quando Mario Borsato aveva iniziato ad avvicinarsi al mondo della moda nella bottega del padre Arturo, sarto in Corso del Popolo nel luogo dove oggi si trova il negozio Mazzoli. Mario era rimasto a bottega fino all’avvento degli Anni Settanta quando il suo enorme talento l’aveva portato ad aprire, insieme all’inseparabile moglie Maddalena, lo storico negozio in Galleria Manin, inaugurato nel 1974, dove aveva adattato il mestiere imparato su capi maschili al pubblico femminile. I primi abiti disegnati da Borsato erano pensati proprio per la moglie Maddalena. Le amiche vedendoli avevano iniziato a chiedere indumenti simili e così l’attività in Galleria Manin, nata come uno dei primi negozi in città a vendere marchi di alta moda, si era trasformata sempre più nella bottega sartoriale di Borsato. Il successo internazionale tra la fine degli Anni ‘80 e l’inizio dei ‘90. Borsato apre il suo negozio in via Montenapoleone a Milano. Sono gli anni in cui la moda non era solo business ma una forma d’arte e poesia. Borsato, il cui modello d’ispirazione era sempre stato Yves Saint Laurent, entra in contatto con nomi del calibro di Gianni Versace con cui si farà fare un ritratto in persona da Andy Warhol. Una carriera straordinaria arrivata al capolinea solo con l’avvento degli anni Duemila. Ormai stanco e senza più l’ispirazione di un tempo, Borsato aveva deciso di ritirarsi a vita privata nella sua casa di Campocroce a Mogliano Veneto. Dagli abiti realizzati per le prime del teatro Comunale, vero e proprio scrigno della vita culturale trevigiana, fino ai vestiti da sposa e alta sartoria, il nome di Borsato resterà legato a vita alla storia dell’alta moda italiana. Quasi dieci anni fa, nel settembre del 2016, Treviso gli aveva dedicato una mostra a Ca’ dei Carraresi con i bozzetti di Borsato diventati abiti da sposa impreziositi da unici ricami di pizzo macramè e perle, vestiti finiti anche nei red carpet di tutto il Mondo. «La bellezza è sempre il frutto di un’emozione» amava ricordare Borsato in una delle sue massime. A piangerlo oggi i figli Francesco e Giulia. Già fissata la data dei funerali lunedì 15 dicembre, alle ore 14.45, nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Treviso.

IL CORDOGLIO
Appresa la notizia, il sindaco di Mogliano Veneto, Davide Bortolato, ha voluto ricordare Borsato con queste parole: «La sua scomparsa priva il nostro territorio di una figura di grande talento e sensibilità creativa. Con i suoi abiti, raffinati e inconfondibili, Mario ha contribuito a esportare il buon gusto e le eccellenze sartoriali ben oltre i confini locali. Mogliano Veneto e tutta l’amministrazione comunale si unisce al cordoglio dei suoi cari e di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato».