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Pierluigi Panza e redazione Online

Gli aggiornamenti sulla salute di Chailly dopo il malore di mercoledì sera alla Scala

Problemi ieri sera alla Scala nella seconda rappresentazione di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič. Il primo atto è filato via liscio, ma l’intervallo si è prolungato. Nel secondo atto si è visto che il direttore, Riccardo Chailly appariva affaticato nella direzione e, infatti, alla fine il direttore è apparso estremamente sofferente e si è preferito farlo assistere dalla guardia medica, sempre presente in teatro. Lo spettacolo è stato interrotto e le luci della sala accese. Quindi è uscito il direttore artistico Gavazzeni annunciando che lo spettacolo non poteva continuare rimandando ad oggi altre informazioni.

Il maestro Chailly è stato poi accompagnato fuori dal teatro con l’aiuto dei medici, ma ha sempre mantenuto assoluta lucidità e ha salutato la folla che lo applaudiva. Per precauzione è stato portato in ospedale. 



















































Chailly ha trascorso la notte al Centro Cardiologico Monzino di Milano. Secondo le notizie di giovedì mattina, i valori oggi sono buoni e oggi gli verrà cambiata la terapia. A spiegarlo la moglie Gabriella in un messaggio ai professori d’orchestra. 

Lo spettacolo, in effetti, è molto impegnativo per la durata e la particolarità che il maestro ha più volte definito «al limite dell’eseguibile». Sia il direttore d’orchestra che i cantanti sono sottoposti a un impegnativo e duraturo sforzo fisico, ma durante la prima del 7 dicembre scorso lo spettacolo era filato liscio e si era concluso con un trionfo e più di undici minuti di applausi.

Anche se il maestro ha più volte assicurato che mettere in scena questo spettacolo «non era un atto di coraggio ma un atto dovuto verso un opera che ha perso tempo per vicende storiche» (ovvero la censura di Stalin nel 1936) un atto di coraggio lo è stato veramente e, forse, ieri sera, si è pagato un po’ lo stress della preparazione e quello che accompagna l’apertura di stagione.

L’opera è di una audace modernità per essere stata composta nel 1934 da un compositore di 24 anni. L’orchestra esegue con Chailly il repertorio russo da dieci anni ed è stata molto coinvolta nella difficoltà tecnica, come pure il coro.

Chailly aveva anche dichiarato che la protagonista, la americana Sara Jakubiak era «stata spremuta come un arancio», ma probabilmente tutti lo sono stati.

Chailly è stato recentemente rinominato direttore al Festival di Lucerna e proseguirà l’attività anche alla Scala oltre i dodici anni della sua direzione musicale. Prossimamente lo attende un Nabucco di Giuseppe Verdi con protagonisti Luca Salsi, Francesco Meli e Anna Netrebko. Quindi gli impegni sinfonici con la Filarmonica della Scala tra i quali, il concerto in piazza del Duomo.

11 dicembre 2025 ( modifica il 11 dicembre 2025 | 08:55)