Quando, qualche mese fa, Marvel e DC Comics hanno annunciato dei nuovi crossover fra i loro personaggi, a oltre 20 anni di distanza dai precedenti, non è che le mie aspettative fossero alte. Un po’ perché con l’età il mio entusiasmo per questo genere di operazioni si è raffreddato, un po’ perché pensavo che dopo JLA/Avengers di Kurt Busiek e George Pérez difficilmente si potesse fare di meglio.
Mi aspettavo una buona dose di fan service, certo, ma quello è sempre stato alla base di questo tipo di operazioni. Anche il primo di questi incontri, quello fra Superman e Spider-Man del 1976, era in fondo basato su questo concetto, anni prima che venisse coniato, ovvero dare ai fan qualcosa che fino ad allora avrebbero potuto solo immaginare. Solo che lì gli autori ‒ Gerry Conway, Ross Andru e Dick Giordano ‒ riuscirono a rendere talmente emozionante il tutto da rendere l’evento davvero speciale.
Anche i tanti crossover pubblicati fra la seconda metà degli anni Novanta e l’inizio del Duemila proposero saltuariamente qualcosa di speciale, dall’epocale DC contro Marvel/Marvel contro DC al già citato JLA/Avengers, passando per altri lavori piuttosto buoni (il Punisher/Batman di Chuck Dixon e John Romita Jr. e The Incredible Hulk vs. Superman di Roger Stern e Steve Rude, per esempio). Il problema principale fu che in quel periodo si arrivò a una reale bulimia di proposte, alcune delle quali di scarsa qualità. Ma erano altri tempi, si stava uscendo dagli anni Novanta e la parola d’ordine era sovrapproduzione.

Date queste premesse sono partito prevenuto, e Marvel e DC non hanno fatto nulla per convincermi che avevo torto. Partiamo dalla scelta dei primi personaggi per questi nuovi crossover: da una parte un “usato garantito” come Batman, che nei decenni scorsi ha già incrociato le strade con Hulk, Spider-Man, Daredevil e Punisher; dall’altra la novità Deadpool, che invece ha raggiunto la popolarità solo nell’ultimo decennio.
Probabilmente si è cercato di offrire ai lettori qualcosa di inedito, ma i due personaggi hanno fatto molta fatica a integrarsi fra loro, forse anche per demerito degli sceneggiatori. Sul primo dei due speciali, Deadpool/Batman di Marvel Comics, in particolare, Zeb Wells sembra non essersi sforzato nemmeno a trovare una trama o un pretesto per il loro incontro e la loro interazione. Semplicemente li ha infilati entrambi nelle stesse vignette, facendo vivere loro situazioni piuttosto banali, basate più sui dialoghi che sull’azione.
Grant Morrison, autore di Batman/Deadpool di DC Comics, si è invece impegnato un po’ di più, creando una storia altrettanto priva di trama, ma che vive di momenti folli e di citazioni a tutta la storia editoriale dei due personaggi (o quasi), tra meta-narrazione e tante strizzatine d’occhio ai fan. Alla fine, lo sceneggiatore scozzese è finito per risultare la parodia di se stesso ‒ con un richiamo poco riuscito al suo Animal Man, oltretutto ‒, ma almeno la sua storia è più divertente e stimolante della precedente.

E allora, forse, questi due albi è meglio sfogliarli che leggerli, visto il buon lavoro fatto invece dal veterano Greg Capullo e da uno dei migliori disegnatori della nuova generazione, Dan Mora. Quest’ultimo, soprattutto, è da elogiare per la capacità con cui è riuscito a tenere il ritmo della sceneggiatura di Grant Morrison, davvero piena fino allo sfinimento di cambi di scena e riferimenti, senza perdere nulla in spettacolarità.
Lo stesso giudizio negativo è da estendere anche alle tante storie brevi poste in appendice ai due albi, molte delle quali veri e propri riempitivi che non riescono nemmeno a stuzzicare la fantasia del lettore. Con alcuni picchi particolarmente negativi, come l’incontro fra Wonder Woman e Capitan America, sceneggiato da Chip Zdarsky per i disegni di Terry Dodson, che risulta particolarmente irritante nel raccontare la Seconda guerra mondiale e il Nazismo come se fossero momenti buffi. O la storia con Vecchio Logan e il Batman del Cavaliere Oscuro, tirata via da Frank Miller ai limiti della decenza.
C’è ben poco dunque da salvare, ancora meno da cui poter ripartire per i prossimi crossover. Per esempio dall’incontro fra Daredevil e Freccia Verde, fugace ma realizzato da Kevin Smith e Adam Kubert con cura e con evidente attenzione ai personaggi, che trovano in poche vignette una buona alchimia fra loro. Oppure dalla storia di Tom Taylor e Bruno Redondo con protagonisti Nightwing e Wolverine/X-23, che scava nel profondo dei due personaggi, per una vicenda magari non particolarmente avvincente, ma decisamente piacevole da leggere.

Insomma, la speranza è che il prossimo crossover già annunciato per il 2026, quello fra Superman e Spider-Man (qui i dettagli), possa offrire qualcosa di più sostanzioso, e non solo il pretesto per qualche bella tavola a effetto o per pubblicare un’enormità di edizioni variant degli stessi albi. Chi di speranza vive disperato muore, dice però il proverbio.
Seguici su Instagram, clicca qui.
Entra nel canale Telegram di Fumettologica, clicca qui.