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Ancora un sequestro nell’edilizia milanese. L’inchiesta sull’urbanistica evidentemente non si ferma. I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano stanno dando esecuzione in queste ore a un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip di Milano, Mattia Fiorentini, del cantiere «Unico-Brera» nella centralissima via Anfiteatro 7. Sono 27 gli indagati, e alcuni nomi si ripetono rispetto ad altri sequestri, come quello di Marco Cerri e di Giovanni Oggioni o di Alessandro Scandurra. Lo schema somiglia a quello degli altri cinque sequestri già in corso.

Il progetto immobiliare dei costruttori Carlo e Stefano Rusconi con la Rs Srl punta a trasformare due ruderi settecenteschi di 5 e 3 piani, demoliti nel 2006, in una torre di 11 piani per oltre 34 metri, 27 appartamenti e 45 abitanti potenziali. I lavori avrebbero dovuto completarsi quest’anno e sono stati autorizzati, come in altre decine di casi finiti sotto la lente della magistratura, con una Scia, Segnalazione Certificata di inizio attività, come «ristrutturazione edilizia» nel 2019 e, successivamente, con un’altra segnalazione certificata di inizio attività in variante nel 2023.

Da qui nasce la contestazione di lottizzazione abusiva, che ha precisi indagati e vicende penali circoscritte, ma che in generale come fenomeno, vista la sua vastità, mette in discussione la visione di crescita immobiliare di Milano degli ultimi 10-15 anni. La questione è legata non solo al fatto che sia stata concessa con grande facilità la Scia, di fatto un’autocertificazione, da organi dirigenziali del Comune, ma anche al fatto che sia stato “evitato” tutto il processo più lungo del riconoscimento di un Piano attuativo, che servirebbe a calibrare le nuove esigenze del quartiere in termini di servizi, verde, parcheggi, uffici.

Inoltre, altra contestazione sullo sfondo, è che a dare le autorizzazioni è stata impropriamente una commissione Paesaggio – oggi corretta dopo una recente delibera del Comune che prende atto dei rilievi della Procura e di alcune sentenze -, che superava il suo ruolo di consulenza e assumeva il ruolo di commissione edilizia. Peccato che però, contesta la procura, dentro la commissione ci fossero anche architetti e progettisti che avevano rapporti professionali e commesse in corso con i privati. Su questo punto la procura di Milano contesta anche la corruzione, ma la strada è in salita (il Riesame ha liberato tutte le persone messe in custodia cautelare).

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Gli indagati di oggi sono appunto 27 per abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso fra imprenditori, architetti, ex componenti della commissione per il paesaggio e funzionari comunali. Per la Procura non ci può essere ristrutturazione su «un’area libera», perché demolita oltre dieci anni prima dell’avvio dei lavori, argomento su cui nelle scorse settimane i pm hanno incassato il via libera del Consiglio di Stato che ha stabilito fra i limiti della ristrutturazione la «contestualità» fra abbattimento e ricostruzione scrivendo come non si possa «ritenere» che da una «demolizione» esista una «sorta di «credito volumetrico» che il proprietario può spendere in ogni epoca.