Roma, 11 dicembre 2025 – A breve l’Unione Europea adotterà “misure per immobilizzare a lungo termine i beni russi”. La presidenza danese ha informato che il Coreper – il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue – ha concordato una versione rivista della proposta relativa all’articolo 122 (in merito alla proposta sull’uso degli asset russi) e ha approvato l’avvio di una procedura scritta per la decisione formale del Consiglio entro domani alle 17. La mossa prevede il rinnovo a tempo indeterminato delle sanzioni che immobilizzano gli asset russi in Europa usando l’articolo 122 del Trattato che consente di procedere a maggioranza qualificata.

La decisione era attesa. “Penso che oggi, e certamente nei prossimi giorni, l’attenzione principale sarà rivolta all’Ucraina – aveva dichiarato il ministro delle Finanze irlandese Simon Harris al suo arrivo all’Eurogruppo –. Ed è impossibile partecipare a una riunione in Europa senza che ci sia un focus sull’Ucraina in questo momento davvero, davvero cruciale. Ed è assolutamente importante che, come Unione europea, definiamo un meccanismo su come intendiamo sostenere l’Ucraina, e alla base questo meccanismo deve fare due cose. Deve sostenere in modo fondamentale l’Ucraina nell’immediato, perché il bisogno di finanziamenti è urgente. Ma, in secondo luogo, deve anche garantire che la Russia paghi“.

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“Giovedì prossimo avremo la prossima riunione del Consiglio europeo, e abbiamo concordato che continueremo le discussioni il venerdì, quindi si arriverà davvero a una soluzione su questo tema”, ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz nel corso di una conferenza stampa insieme al segretario generale della Nato, Mark Rutte. “L’Ucraina ha risorse finanziarie sufficienti per il primo trimestre del 2026, ma è anche vero che non abbiamo finanziato completamente l’intero anno 2026. Quindi, saranno necessari fondi aggiuntivi nel corso del prossimo anno”.

Asset russi congelati, Ue pronta all’accordo. Cosa dice l’articolo 122 del Trattato che esclude l’unanimità
L’articolo 122 del Trattato Ue e l’uso dei beni russi congelati

Nel dibattito sempre più teso sull’utilizzo degli asset russi immobilizzati, il nodo politico e giuridico è l’applicazione dell’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, lo strumento di emergenza che consentirebbe al Consiglio di agire a maggioranza qualificata per adottare la decisione che renda permanente l’immobilizzazione dei circa 200 miliardi di euro di beni della Banca centrale russa custoditi nell’Ue. Una scelta cruciale, perché la stabilizzazione della misura è considerata il prerequisito tecnico e giuridico per avviare il modello dei cosiddetti “prestiti di riparazione”, il sistema di prestiti destinati all’Ucraina garantiti dai dagli asset russi congelati.

La proposta della Commissione basata sull’art.122 – spiegano fonti Ue – non riguarda il finanziamento futuro dell’Ucraina, ma l’attuazione della decisione già presa dal Consiglio europeo di ottobre 2024, approvata all’unanimità (quindi anche con il voto dell’Ungheria), che stabiliva che tali beni “devono rimanere immobilizzati finché la Russia non avrà pagato i danni di guerra”. In questo senso, l’atto è descritto come un mero strumento tecnico per dare base giuridica duratura all’obbligo di immobilizzazione, evitando il rinnovo semestrale delle sanzioni. Il messaggio politico è che Bruxelles vuole separare anche formalmente la questione dell’immobilizzazione stabile da quella, molto più divisiva, del finanziamento pluriennale a Kiev.

L’alt del Belgio e perché si può superare

Il punto più sensibile riguarda la legittimità del ricorso all’art. 122. I funzionari Ue, sia dalla Commissione che dal Consiglio, hanno risposto indirettamente alle critiche del Belgio, dove peraltro sono custoditi 185 dei 210 miliardi possibili per il prestito. Il suo premier Bart De Wever ha infatti messo in dubbio la possibilità di usare il dispositivo in assenza di un’emergenza economica interna all’Ue.

Per la Commissione, per i servizi giuridici e per la “vasta maggioranza degli Stati membri”, la base giuridica è “assolutamente appropriata”, e che il meccanismo serve proprio a consentire decisioni rapide “in casi speciali”, ha riferito una fonte Ue.

La principale conseguenza politica è che, in quanto atto basato sull’art. 122, la decisione può essere adottata senza unanimità, rendendo teoricamente superabile l’opposizione di un singolo Paese. Alla domanda se sia possibile andare avanti senza il Belgio, la risposta è stata implicita: l’art. 122 “permette decisioni in Consiglio a maggioranza qualificata”. Tuttavia, oggi, sia il ministro delle Finanze belga Vincent Van Peteghem sia il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis hanno affermato che si sta lavorando in modo “costruttivo” per arrivare a una soluzione.

L’obiettivo è prendere la decisione sull’articolo 122 prima del Consiglio europeo, per arrivare al vertice con un risultato tangibile da offrire ai leader e, soprattutto, con le condizioni tecniche per far avanzare il dossier sul sostegno finanziario all’Ucraina nel 2026.