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Si chiama “Dashan“, batte bandiera delle Comore e da tempo è sotto sanzioni da parte dell’Unione Europea e della Gran Bretagna. Questo l’identikit dell’ultima petroliera della flotta ombra russa colpita nel Mar Nero dai droni navali dei servizi ucraini. La nave, che procedeva con il transponder spento mentre attraversava la zona economica esclusiva dell’Ucraina, era diretta verso il porto russo di Novorossiysk quando è stata raggiunta dai droni marini sviluppati dall’intelligence di Kiev e dalla Marina ucraina. L’attacco, condotto con i mezzi senza pilota noti come Sea Baby, ha colpito la poppa della petroliera provocando un’esplosione che, secondo fonti dei servizi, avrebbe causato “danni critici” alla propulsione della Dashan.


APPROFONDIMENTI

L’attacco (il terzo in due settimane)

L’operazione si inserisce nella strategia ucraina di colpire la cosiddetta “flotta ombra” russa, la rete di navi che secondo Kiev Mosca utilizza per eludere le sanzioni occidentali e continuare a esportare greggio. È il terzo attacco in meno di due settimane, dopo quelli che avevano già messo fuori uso le petroliere Kairos e Virat, segnando un’escalation nel tentativo di erodere i proventi energetici della Russia.

Le conseguenze

L’attacco ha avuto anche immediate conseguenze sul traffico commerciale nel Mar Nero.

Le compagnie assicurative, già in allarme dopo i precedenti raid, stanno rivalutando i rischi per le navi che operano nella regione e i premi per le polizze marittime hanno subito nuovi rincari. Per Kiev, però, il costo crescente per i trasportatori è parte della pressione economica che mira a ridurre la capacità di Mosca di finanziare la guerra.La reazione del Cremlino

Dalla Russia non sono arrivate reazioni ufficiali. Nei giorni precedenti, tuttavia, il presidente Vladimir Putin aveva definito questi attacchi “atti di pirateria”, minacciando contromisure per limitare l’accesso dell’Ucraina al Mar Nero. Il silenzio delle autorità russe dopo l’episodio della Dashan lascia però intendere una certa cautela, in un momento in cui la vulnerabilità delle rotte energetiche sta diventando un tema sensibile per il Cremlino.


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