L’attore sul palco dopo l’invito di Arianna Meloni: lungo applauso dalla platea alla kermesse di Fratelli d’Italia
«Cosa ho fatto di così grave? Sicuramente ho sbagliato, fatto errori, me ne pento ma una persona singola che aveva in mano degli audio privati li ha usati a scopo di lucro, monetizzando, diffamando, cercando consenso, per aumentare il bacino di follower dimenticando cosa andava a fare: accrescere la popolarità uccidendo una persona pubblicamente». Raoul Bova si è sfogato, intervenendo alla festa di Atreju, durante il panel «Non con la mia faccia. Deep fake, web reputation e odio social» con Arianna Meloni.
L’attore, finito al centro delle cronache quest’estate per la diffusione online di chat e audio privati tra lui e la modella Martina Ceretti, ha ripercorso l’accaduto: «Ho subito un forte ricatto, hanno tentato di chiedermi dei soldi in cambio di queste chat, per tre giorni mi hanno tempestato di telefonate. Io non volevo cedere al ricatto di una persona. Ho pensato: se lo accetto ce ne sarà un altro? Quindi ho deciso follemente di non accettare questo ricatto. Ciò che mi rende triste è che il messaggio che ho ricevuto indietro non è stato bravo, hai vinto, hai sconfitto chi ti ha ricattato. Ho pagato io per aver rifuutato un ricatto, pagato con l’uccisione pubblica», ha raccontato. «Aono stato sbeffeggiato, ridicolizzato, tutto è diventato virale, tutti gli strati sociali, tutti sapevano di questa storia, di questa parola famosa, occhi spaccanti, è stata la parola più in voga: prima della guerra, prima delle persone uccise, prima dei femminicidi, questa è stata l’italia nell’estate che mi ha massacrato. Noi siamo curiosi di questo gossip, siamo abituati a veder crollare una persona per sentirci importanti. È una società malata. Io ho denunciato ma nessuno ha tenuto conto del fatto che quello era un reato, nessuno ha alzato la mano per dire sì blocchiamolo», ha concluso.
11 dicembre 2025
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