di
Francesca Basso

L’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea: «Kiev nella Ue nel 2027? Tocca agli Stati decidere»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – «Il problema per la pace è la Russia. Anche se l’Ucraina ricevesse garanzie di sicurezza, ma non ci fossero concessioni da parte russa, avremmo altre guerre, magari non in Ucraina ma altrove». L’Alta rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, l’ex premier estone Kaja Kallas, dal primo giorno del suo mandato difende le ragioni dell’Ucraina e mette in guardia da Mosca: «C’è un aggressore e c’è una vittima». Kallas ha parlato con il Corriere prima di partecipare ieri alla telefonata della Coalizione dei Volenterosi.

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Siamo vicini a un accordo di pace per l’Ucraina?
«Accogliamo sicuramente con favore lo slancio verso la pace che anche l’amministrazione statunitense sta mostrando. Purtroppo non vediamo da parte russa un’autentica volontà di pace: sta bombardando costantemente civili e infrastrutture civili ucraine. Prima dobbiamo vedere un cessate il fuoco. Per una pace sostenibile dobbiamo assicurarci che la Russia non attacchi di nuovo. Abbiamo bisogno di concessioni da parte russa, che si tratti di limitare il loro esercito o contenere il loro budget militare».

Quali sono i punti di disaccordo tra Ue e Usa del piano di pace rivisto da Zelensky?
«Il piano deve essere tra Russia e Ucraina. E quando si tratta dell’architettura di sicurezza europea, noi dobbiamo avere voce in capitolo. I confini non possono essere cambiati con la forza. Non ci dovrebbero essere concessioni territoriali né riconoscimento dell’occupazione. E non dovrebbero esserci punti sull’architettura di sicurezza europea che diano alla Russia un ruolo diretto».

L’adesione dell’Ucraina all’Ue nel 2027 come prevedono gli Usa è accettabile?
«L’ingresso nell’Ue è un processo basato sul merito e spetta agli Stati membri decidere. Questa proposta è un buon segnale per il Paese che sta bloccando l’avanzamento del percorso dell’Ucraina, un paese molto amico degli Stati Uniti (l’Ungheria, ndr): il fatto che gli Usa stiano spingendo potrebbe convincerli a togliere il veto. Ma deve restare un processo basato sul merito».

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Gli Usa vogliono decidere degli asset russi immobilizzati nell’Ue. Il prestito di riparazione che i leader Ue dovranno decidere al summit del 18 dicembre è a rischio?
«Stiamo andando avanti con i nostri piani. È un messaggio chiaro: primo, alla Russia, che non può resistere più a lungo di noi né spendere più di noi; secondo, all’Ucraina, a cui forniremo il sostegno di cui ha bisogno; terzo, agli Stati Uniti, a cui diciamo che stiamo decidendo su temi che spettano a noi. Il presidente Costa ha detto che non lasceremo il Consiglio europeo prima di avere una decisione chiara».

Il Belgio alla fine cederà?
«Tutte le preoccupazioni del Belgio devono essere prese molto seriamente. Siamo un’unione di 27 Stati, alla fine serve l’accordo di tutti. Ma il fatto che la proposta sia europea — quindi un atto legislativo europeo — riduce i rischi per il Belgio o per qualsiasi altro Paese. Se davvero la Russia ricorresse in tribunale per ottenere il rilascio di questi asset o per affermare che la decisione non è conforme al diritto internazionale, allora dovrebbe rivolgersi all’Ue, quindi tutti condivideremmo l’onere. Poi a quale tribunale si rivolgerebbe? E quale tribunale deciderebbe, dopo le distruzioni causate in Ucraina, che i soldi debbano essere restituiti alla Russia senza che abbia pagato le riparazioni?».

Mosca minaccia ritorsioni.
«Mosca non ha asset sovrani, quindi potrebbe colpire solo gli asset privati e lo ha già fatto con varie aziende europee che operavano in Russia nazionalizzandole. Ogni azienda che investe oggi in Russia si assume il proprio rischio. Comunque esistono accordi internazionali bilaterali che proteggono gli investimenti in Russia».

Non teme che alcuni Paesi possano ritirare i loro asset?
«Queste preoccupazioni erano già state espresse quando gli asset furono congelati per la prima volta. Ma l’euro è più forte che mai. Nel Golfo hanno un precedente storico identico: quando l’Iraq invase il Kuwait, gli asset iracheni furono congelati e dati al Kuwait come riparazioni».
Il Belgio chiede di usare invece il debito comune. Perché non si può?
«Io ho sostenuto gli eurobond. Se raccogliamo capitale insieme, costa meno a tutti e condividiamo il rischio. Lo dico da almeno due anni ma c’è stato un chiaro blocco da parte dei Paesi Frugali, che hanno detto che non possono farlo approvare dai loro Parlamenti. Non abbiamo il sostegno unanime necessario».

Alcuni Stati si lamentano che i Paesi del Sud come Italia e Spagna non stiano aiutando abbastanza l’Ucraina. È così?
«Non punterei il dito contro nessuno. La guerra è ancora in corso, il che significa che non abbiamo fatto abbastanza. Tutti noi».

Nonostante la nuova strategia di sicurezza nazionale, lei ha detto che gli Usa restano il più grande alleato dell’Ue. I socialisti si sono lamentati.
«A quelli che mi criticano io chiedo: chi è allora il nostro maggiore alleato? E sapete la risposta. Certo, non siamo sempre d’accordo su tutto con gli Usa, e non ci piacciono i commenti che fanno sulle nostre questioni interne. Per me è ridicola l’accusa degli Usa secondo cui non avremmo libertà. Vengo da un Paese che è stato occupato dalla Russia e so cosa significa non avere diritti né libertà, credetemi».

L’Europa è pronta a camminare da sola nella difesa?
«Stiamo potenziando la nostra difesa e la nostra industria della difesa. Dobbiamo farlo più velocemente per non dipendere da nessuno: richiede un impegno dell’Ue nel suo insieme, anche da parte dei Paesi che sono molto più lontani dalla guerra e non sentono la necessità immediata».

Come risponde a chi la critica dicendo che è troppo oltranzista con la Russia?
«Uno dei leader dell’Europa occidentale mi ha detto una volta: “Kaja, perché quando tu dici certe cose sei considerata falco o troppo estrema, e quando io dico le stesse cose sono considerato mainstream?” Ed è vero. Se guardate le dichiarazioni dei leader dell’Europa occidentale, dicono esattamente le stesse cose che dico io. Io sono mainstream. Ma credo ci sia un po’ di pregiudizio verso di me».

Cosa pensa del caso Sannino-Mogherini e dello scandalo che ha coinvolto il Seae?
«I recenti scandali hanno scosso il Servizio per l’azione esterna ed è importante che le istituzioni conducano le loro indagini, rispettino la presunzione di innocenza e il giusto processo. Questo è fondamentale. Naturalmente stiamo cooperando pienamente con le indagini, ma è molto spiacevole questo scandalo».

12 dicembre 2025 ( modifica il 12 dicembre 2025 | 07:26)