di
Francesca Bonazzoli

Il mezzo secolo della storica emittente: una maratona di 50 ore e una mostra fotografica per celebrare un compleanno speciale

Radio Popolare compie 50 anni ma non ha intenzione di celebrarsi. Piuttosto, a giudicare dal palinsesto di eventi in programma per l’intero 2026, si prepara a festeggiare nello spirito della partecipazione e del gioco, assieme agli oltre diciassettemila sostenitori che da mezzo secolo le hanno garantito l’indipendenza. 

Il preludio delle celebrazioni, da oggi a domenica, è una tre giorni di gioiosa follia nelle variazioni del leitmotiv «50 e 50» fra chi fa la radio e chi la ascolta: stamattina alle 8.30 prende il via una maratona radiofonica di 50 ore che riporterà ai microfoni con racconti e aneddoti tante voci storiche fra cui Gad Lerner, Massimo Cirri, Sergio Ferrentino, Paolo Maggioni, Alessandro Robecchi e Marco Ardemagni, tutti sbocciati a Radio Popolare così come la Gialappa’s, Gino e Michele, Matteo Caccia, Gabriella Greison, Giorgio Lauro, Florencia Di Stefano-Abichain e molti altri. Ma a tenere vive le 50 ore saranno anche gli ascoltatori nel mondo che si passeranno il testimone da un fuso orario all’altro attraverso i cinque continenti, a partire dall’Australia.



















































Altro giorno altro gioco: sabato parte la «50 e 50 classic», ossia cinque percorsi che congiungeranno le cinque sedi storiche di Radio Popolare con i partecipanti che si passeranno il testimone delle cinque chiavi. Domenica, infine, l’ultima tappa della «50 e 50» con il festoso corteo di ascoltatori e conduttori in marcia dalla sede di via Ollearo 5 alla Fabbrica del Vapore dove è allestita una mostra che racconta la storia di Radio Popolare assieme quella d’Italia grazie a una timeline che per ogni anno ricorda l’evento più significativo. Ci sono anche una selezione di foto di Uliano Lucas, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Paola Bensi e altri; e infine un video collage, anno per anno, delle manifestazioni, le dirette, gli ospiti, le feste, curato da Studio Azzurro. La parte più emozionante è la timeline allestita nel ballatoio: immagini e testi riportano al 18 marzo 1978 quando Fausto e Iaio vengono assassinati e Radio Popolare diventa il punto di riferimento dell’organizzazione per l’enorme corteo funebre attraverso le strade del Casoretto.

Oppure il 1980 quando nascono in radio due trasmissioni che faranno storia: «Radio Shaabi» (radio Popolare in arabo) e «L’altro martedì», programma dedicato al mondo gay e lesbico. L’«Extrafesta» del 1986 quando l’Italia scopre il primo flusso di migranti e la trasmissione «Bar sport». Le interviste alla terrorista Francesca Mambro dal carcere di Voghera; quella a Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia nazionale e latitante da 17 anni. La grande manifestazione del 25 aprile del ’94, con la cronaca di Piero Scaramucci, uno dei fondatori di Radio Popolare. Le trasmissioni dal G8 di Genova del 2001 da una postazione segreta; la manifestazione con le fiaccole contro la campagna della giunta Albertini. «Questo è un compleanno che viviamo con orgoglio», ha detto la direttrice Lorenza Ghidini. «Abbiamo inventato linguaggi innovativi, creato format che hanno fatto scuola, lanciato iniziative mitiche, sempre coniugando intrattenimento e impegno. Oggi la sfida continua e grazie ai nostri sostenitori la nostra indipendenza è più solida che mai».


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12 dicembre 2025