di
Leonard Berberi

Le reazioni per la proposta con il pacchetto di nuove regole (non ancora in vigore) che prevede anche i controlli sugli ultimi cinque anni di attività sui social. I flussi dall’Italia per ora reggono

In poche ore decine di gruppi di turisti europei hanno deciso di cancellare i propri viaggi negli Stati Uniti, previsti nelle prossime settimane, per i timori di ulteriori restrizioni all’ingresso nel Paese nordamericano che, tra le altre cose, dovrebbero prevedere anche le verifiche sugli ultimi cinque anni di attività sui social. È quanto confermano al Corriere diverse agenzie di viaggio e tour operator, che non nascondono un certo «smarrimento».

La nuova fibrillazione arriva dopo la pubblicazione del pacchetto del Dipartimento della Sicurezza interna, con all’interno alcune nuove regole per chi intende entrare come turista. Regole estese anche a chi appartiene al programma di esenzione dal visto, come i cittadini Ue. I cambiamenti potrebbero diventare effettivi — salvo ripensamenti — poco prima dell’estate 2026.



















































I visitatori che chiederanno di entrare negli Stati Uniti saranno tenuti ad aggiungere i social media come «elemento obbligatorio dei dati». La modifica proposta riguarderebbe i 42 Paesi i cui cittadini possono soggiornare negli Stati Uniti fino a 90 giorni senza un visto, previa una procedura di controllo pre-viaggio tramite l’Electronic System for Travel Authorization (Esta). «Vogliamo sicurezza. Vogliamo protezione. Vogliamo assicurarci di non far entrare nel nostro Paese le persone sbagliate», ha dichiarato il presidente Donald Trump durante un evento alla Casa Bianca mercoledì.

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«Al momento l’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini italiani avviene regolarmente attraverso l’Esta e le procedure restano fluide ed efficienti», spiega Mia Hezi, presidente di “Visit Usa-Italy”, l’associazione che riunisce enti del turismo statunitensi, vettori, tour operator, hotel e società di autonoleggio. «Il turismo verso gli Usa continua a mostrare un forte livello di interesse da parte del mercato italiano», aggiunge. E anticipa che l’organizzazione «continuerà a monitorare l’evoluzione della proposta normativa e a informare tempestivamente i viaggiatori».

Nei primi undici mesi di quest’anno gli ingressi negli Usa sono calati del 2,6% rispetto al 2024, secondo i dati forniti dall’autorità doganale statunitense. I flussi dall’Europa occidentale sono diminuiti del 3,7%, con segni meno «pesanti» dai Paesi nordici (Danimarca, Norvegia, Svezia), mentre l’Italia, in leggera controtendenza, segna +5,1%, anche se a novembre ha chiuso a –1,5%.

«Il traffico transatlantico tutto sommato continua a crescere», dice al Corriere Willie Walsh, direttore generale della Iata, l’associazione internazionale delle aviolinee. «Dove invece abbiamo visto un forte impatto è nei collegamenti tra Usa e Canada». I dati forniti dalla piattaforma Cirium mostrano che i voli sopra l’Atlantico sono in aumento anche nel 2026. Secondo la US Travel Association, i viaggi verso gli Stati Uniti invertiranno però la rotta e scenderanno nel 2025, con una spesa totale dei viaggiatori in calo del 3,2%.

E mentre i turisti cercano di capire cosa succederà, l’amministrazione Usa ha iniziato ad accettare le domande per una «gold card» che consentirebbe a chi paga un milione di dollari di ottenere la residenza permanente negli Stati Uniti «in tempi record». Il sito web dedicato annuncia anche l’arrivo di una «platinum card» per chi paga 5 milioni di dollari.

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12 dicembre 2025 ( modifica il 12 dicembre 2025 | 07:30)