«Un mix di difficoltà, stress e sofferenza. Mi sono ritrovato grasso senza accorgermene». Peppe Quintale, comico, attore e conduttore, nel 1998 conduce con Simona Ventura e Dario Cassini la prima edizione de Le Iene e la sua carriera da quel momento è decollata. «Ho fatto di tutto: i villaggi vacanza, la radio, il teatro, la televisione con programmi innovativi. Sono diventato una specie di star del piccolo schermo, mi volevano in tanti», ma poi, racconta al Corriere della Sera, è cambiato tutto: «A un certo punto il telefono ha cominciato a squillare meno. Io ho colto l’occasione per dare concretezza al mio piano b: allevare cavalli in Normandia. Ho acquistato proprietà e animali, poi è arrivato il Covid. Ho svenduto tutto, proprietà e cavalli. Ho cominciato a non dormire la notte, ci stavo male, ho sviluppato una forma di depressione. Il cibo è diventato un rifugio prima, un’ossessione poi». Fino a oggi: «(Il cibo ndr.) è un piacere nonostante tutto, mai una privazione».





La scelta

Dopo anni di lotta, ha ripreso in mano la sua vita quando «ho fatto pace con la testa: è lei che comanda». È stato determinato e deciso e in un anno è riuscito a perdere diversi chili. A scaturire questa reazione è stato il suo dolce preferito: «Ero con la mia compagna, Nicoletta, di ritorno da un viaggio in Francia. A un tratto ci siamo fermati in una pasticceria, ho ordinato una tartellette au citron avec la meringue à l’italienne, il mio dolce preferito.

Me la sono scofanata, poi ho guardato Nico e: “Serve volontà: da domani basta”. Così è stato».

La dieta 

Ha iniziato il suo cambiamento ritornando alla base, alla sua laurea in scienze motorie: «L’ho messa a frutto e cominciato a fare attività fisica costante nel rispetto di quello che allora era il mio corpo. Ci ho messo impegno e fatica». I primi tre mesi sono stati durissimi: «Ho dovuto abituare l’organismo a un regime calorico ridotto, senza sgarrare. Ho imparato che il corpo ha una memoria metabolica: se cedi nei primi tempi, il metabolismo ti fotte riportandoti alle vecchie abitudini». All’inizio molte verdure cotte, proteine e qualche carboidrato, fino al quarto mese quando le cose sono iniziate ad andare meglio. «Ho inserito la pizza, una volta a settimana, e aumentato gradualmente le proteine animali, senza mai saltare un pasto. Dicono che il digiuno faccia bene: può darsi. Io ceno sempre, ma mai dopo le 20». Ora sa di aver fatto pace col cibo: «Un piacere nonostante tutto, mai una privazione: all’epoca ero sbagliato io», e nel suo armadio conserva ancora i suoi vestiti taglia 58: «Mi ricordano da dove sono partito dopo avere toccato il fondo. Non rinnego il Quintale di ieri. Al contrario, è proprio quando lo rivedo in quei completi che apprezzo il Quintale di oggi che quintale non è più, ma solo nel peso».




Ultimo aggiornamento: domenica 3 agosto 2025, 11:30





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