di
Francesca Basso

Via libera dell’Europa al congelamento dei beni a tempo indefinito. Sì «condizionato» di Italia, Malta e Bulgaria

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – L’unico punto fermo è che gli Stati Ue hanno reso permanenti (ma temporanee) le sanzioni che immobilizzano gli asset della Banca centrale russa, precondizione necessaria per poi decidere di usarli per finanziare il «prestito di riparazione» da 90 miliardi da dare a Kiev.
La decisione è stata presa a maggioranza qualificata: Ungheria e Slovacchia hanno votato contro. Belgio, Italia, Malta e Bulgaria a favore ma hanno anche sottoscritto una dichiarazione, visionata dal Corriere, in cui sottolineano che «questo voto non pregiudica in alcun caso la decisione sull’eventuale uso dei beni immobilizzati russi, che deve essere presa a livello di leader (che decidono per consenso e non a maggioranza, ndr) e che non costituisce un precedente per l’area della Politica estera e di sicurezza comune».

Queste sanzioni sono permanenti nel senso che non dovranno essere rinnovate ogni sei mesi come avviene ora all’unanimità, ma il divieto di trasferire a Mosca le attività della Banca centrale russa immobilizzate nell’Ue è «temporaneo» e resterà fino a quando — spiega una nota del Consiglio — «la messa a disposizione di ingenti risorse finanziarie e di altro tipo alla Russia» per sostenere la guerra contro l’Ucraina «pone, o minaccia di porre, gravi difficoltà economiche all’interno dell’Unione e dei suoi Stati membri». Sono sanzioni temporanee perché altrimenti si tratterebbe di una confisca che è vietata dal diritto internazionale. La decisione è stata «presa con urgenza per limitare i danni all’economia dell’Unione»: è la formula usata dal Consiglio per giustificare l’uso della maggioranza qualificata e non l’unanimità, appellandosi all’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Ue.



















































Immediata la reazione di Mosca. La Banca centrale russa ha annunciato di voler intentare una causa presso la Corte arbitrale di Mosca contro Euroclear, la società con sede a Bruxelles in cui sono depositati 185 dei 210 miliardi di euro di asset russi immobilizzati nell’Ue. Euroclear è accusata di rendere «impossibile per la Banca disporre dei suoi fondi e titoli». Inoltre la Banca di Russia ha avvertito che contesterà qualsiasi uso non autorizzato dei beni da parte della Commissione Ue presso tutte le autorità competenti disponibili, compresi i tribunali nazionali, gli organi giudiziari di Stati esteri e le organizzazioni internazionali e cercherà inoltre «l’esecuzione delle decisioni giudiziarie» in qualsiasi Stato. La Russia chiederà — secondo Bloomberg che cita l’agenzia di stampa Interfax — un risarcimento danni pari all’importo totale dei suoi beni congelati, oltre alle ulteriori entrate perse. La mossa di Mosca punta ad aumentare la pressione sul Belgio e sugli Stati Ue che giovedì al summit dovranno decidere in che modo sostenere le necessità finanziarie dell’Ucraina.

Nella dichiarazione Italia, Belgio, Bulgaria e Malta «invitano la Commissione e il Consiglio a continuare a esplorare e discutere opzioni alternative in linea con il diritto dell’Ue e internazionale, con parametri prevedibili e che presentino rischi significativamente minori» come «un meccanismo di prestito dell’Ue o di soluzioni ponte, in modo da garantire la continuità del sostegno prima che una qualsiasi delle opzioni sul tavolo possa effettivamente entrare in vigore».

12 dicembre 2025