Ne parla con un tale entusiasmo…
«Perché è il concerto che ho sempre sognato, capisce? Quando cresci come artista e sogni la possibilità di avere uno spettacolo con uno schermo lungo cento metri, una produzione del genere, fuochi d’artificio, sollevatori che salgono e scendono… tutto quello che sognavo a 18 anni o quando ho pubblicato Laundry Service sta accadendo adesso. È lo spettacolo dei miei sogni. Ci ho lavorato per un anno intero. Musica originale solo per lo show, per gli intermezzi, immagini generate al computer, tredici cambi d’abito».

Tredici?
«Tredici! Voglio dire, una volta suonavo con un paio di pantaloni di pelle, una maglietta e la mia chitarra, e bastava. Ma ora… “more is more”».

Ha citato Laudry Service, ma vorrei andare più indietro: cosa direste alla Shakira che ha debuttato con Pies Descalzos se la incontrasse?
«L’altro giorno camminavo con uno dei miei figli, il più grande, e mi ha detto: “Mamma, la Shakira di tanto tempo fa dovrebbe essere molto grata per tutto ciò che ha ottenuto? Immagina cosa proverebbe vedendo tutto quello che hai oggi, quello che hai fatto”. Ho pensato avesse assolutamente ragione. Ho sognato in grande».

E ha raggiunto grandi traguardi…
«Venendo da un posto come Barranquilla… in un periodo in cui la musica latina non era di moda nel resto del mondo, non passava al di fuori dai Paesi ispanici. Ero una semplice ragazza colombiana, appartenente a una famiglia che non aveva più niente. Mio padre aveva perso la sua attività. Ho avuto un’educazione dignitosa, grazie a Dio, quella è l’unica cosa su cui i miei genitori non hanno mai risparmiato. Ma non sono cresciuta nel lusso, né avevo conoscenze. Non c’erano i social, non esistevano scorciatoie per realizzare i miei obiettivi. Dovevo lavorare tantissimo, come scolpire la pietra sotto il sole».

Mai pensato di mollare?
«Tutto quello che sognavo sembrava irraggiungibile. Ma dentro di me c’era una fede, una bussola che mi guidava, un istinto. E non ho mai smesso di ascoltarlo».

Quindi se rivedesse quella ragazza oggi, cosa le direbbe?
«“Sei sulla strada giusta. Continua così. Ne varrà la pena. E non ascoltare quelli che non credono in te. Continua, perché ce la farai”».

Oggi come si sente?
«Vedo così tanto altro davanti a me. È questo il bello: sento ancora di essere solo all’inizio. Non è pazzesco? Ho passione, energia ed entusiasmo esattamente come fosse il primo giorno. Anzi, ancora di più. Ho imparato che si può provare gioia anche mentre si soffre, anche con una ferita che non guarisce mai del tutto».