di
Marco Bonarrigo
Federica ha annunciato il rientro dopo l’infortunio, a quel punto la candidatura di Goggia è tramontata. Buonfiglio: «Scelta difficile, avrei voluto rendere felice anche lei: se lo merita»
Nel pieno rispetto della parità di genere (due uomini e due donne), della «biodiversità» sportiva (due eroi delle nevi, due del ghiaccio) e dei luoghi di origine (un aostano, un trentino, una lombarda metropolitana, almeno di nascita, e una di montagna) alle 12 e 12 di ieri, venerdì 12 dicembre, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, che da buon napoletano attribuisce ai numeri significati divinatori, ha comunicato i nomi dei portabandiera italiani per le cerimonie di apertura dei Giochi Invernali 2026.
Con in bacheca 17 medaglie olimpiche, il prossimo 6 febbraio a Milano sfileranno con il tricolore l’imperatrice dello short track Arianna Fontana e il fondista Federico Pellegrino mentre a Cortina il compito toccherà alla regina dello sci alpino Federica Brignone e ad Amos Mosaner, oro nel curling. «È stato difficile perché in tanti meriterebbero il ruolo, ma ci siamo ispirati alla storia e alle tradizioni, trovando soluzioni inedite — ha spiegato Buonfiglio — e gratificando tutte le discipline. Sono felice ma non felicissimo, perché avrei voluto regalare a Sofia Goggia una soddisfazione che merita per la sua storia. Mi piacerebbe che chi è deputato a scegliere chi porterà la bandiera per la cerimonia dell’alzabandiera di Cortina (non il Coni ndr) possa optare per lei. Sarebbe un’altra scelta gratificante».
A decidere l’esclusione di Goggia — che a differenza di Pellegrino e Brignone ha vinto un oro olimpico e che avrebbe dovuto fare la portabandiera a Pechino 2022, prima dell’infortunio e del recupero lampo — è stata la telefonata al presidente del Coni con cui giovedì Federica ha sciolto la riserva per la partecipazione ai Giochi, dopo il terribile infortunio dello scorso aprile. La vincitrice della Coppa del Mondo ha quindi scalzato Goggia mentre la scelta di Pellegrino — per parità di genere — ha escluso le due stelle del biathlon (disciplina che non ha mai portato la bandiera in 66 anni di presenza alle Olimpiadi), Vittozzi e Wierer, con la seconda (ieri quarta nella gara sprint di Hochfilzen) ai suoi ultimi Giochi dopo tre bronzi in tre edizioni.
«Non ho telefonato a Goggia per scelta — ha detto Buonfiglio —, non puoi chiamare qualcuno per dirgli che sarà escluso».
La Federghiaccio, sei discipline olimpiche, pareggia per rappresentanti la Fisi che ne ha undici: se la scelta di Arianna Fontana, da tempo in rotta con la Fisg, pare inevitabile visto che si tratta dell’azzurra più medagliata di sempre, la designazione di Mosaner, che invece soddisfa il presidente Gios, ha «condannato» l’unica candidata veneta, Stefania Constantini che con Amos ha condiviso l’oro nel doppio misto del curling a Pechino e che lo affiancherà anche a Cortina.
La risposta agonistica più efficace alla convocazione è stata quella di Federico Pellegrino, primo membro del Consiglio Nazionale Coni a sfilare, che ieri pomeriggio, in coppia con Elia Barp, si è preso l’argento nella team Sprint di Davos, prova olimpica, a due secondi dalla Norvegia. «Mi inorgoglisce il fatto di essere il primo valdostano a rivestire questo ruolo, sono fiero anche per il mio Gruppo Sportivo Fiamme Oro rappresentato per la prima volta alla sfilata — ha spiegato Pellegrino — e credo che per chiudere la mia carriera da fondista a Milano-Cortina non ci potesse essere modo migliore». I quattro azzurri riceveranno la bandiera dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, il 22 dicembre.
13 dicembre 2025 ( modifica il 13 dicembre 2025 | 07:15)
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