Ludovic Robeet in ripresa dopo il grosso spavento. A inizio settembre, il corridore belga era stato colpito da un ictus poco prima di volare in Canada per partecipare ai GP di Québec e Montréal ed era rimasto a lungo in ospedale prima di poter ritornare a casa e iniziare il recupero. Già nelle scorse settimane il 31enne della Cofidis aveva condiviso sui propri social un riassunto di quello che aveva passato nei due mesi precedenti, mostrando il periodo di degenza ma anche di essere già tornato in bici, e ora, in un’intervista rilasciata a RTBF, ha parlato del lavoro e dei progressi che sta facendo per poter tornare a essere un ciclista a tempo pieno.
Robeet, che nel frattempo è anche diventato padre, ha iniziato raccontando l’episodio dell’ictus, avvenuto nella notte dell’8 settembre: “Verso le 3 del mattino mi sono svegliato con una sensazione di formicolio. Metà del mio corpo era paralizzata. La mia compagna, allora incinta, era al piano di sotto. Ho provato a chiamarla con il cellulare, ma il suo telefono era in modalità silenziosa. Sono riuscito a trascinarmi sulle scale, ma non riuscivo più a emettere alcun suono. Sono riuscito a raggiungerla e lei ha chiamato immediatamente il pronto soccorso”.
È seguito un ricovero ospedaliero di un mese e poi la riabilitazione, con ovvie difficoltà iniziali: “All’inizio avevo vertigini, mal di testa, problemi di equilibrio. Per fare due passi per andare in bagno, dovevo tenermi. Ora ho recuperato la capacità di camminare. Vado di nuovo in bicicletta, ma ho ancora problemi quando giro la testa. Giorno dopo giorno, le cose migliorano, quindi è positivo”.
Nonostante stia meglio, il 31enne non sa se ci saranno delle conseguenze a livello neurologico: “Quando si hanno problemi neurologici, è sempre difficile dirlo. Nemmeno i neurologi sono in grado di darmi un quadro preciso. Si tratta di un caso a sé stante e quindi bisognerà vedere come evolverà nel tempo. Ma già ora sono davvero contento delle mie condizioni, di poter stare in piedi, di poter camminare, di poter tornare in sella alla bicicletta. Sono già contento e poi vedremo come evolverà la situazione in seguito”.
Nel frattempo, il belga è comunque tornato a fare buoni allenamenti: “Sono arrivato a 3 ore, che è il massimo, quindi non è male. È molto faticoso perché bisogna reimparare tutto da capo. Mi richiede la massima concentrazione per non deviare dalla traiettoria. Sulla strada bisogna stare attenti a tutto. Cerco di lavorare al massimo per poter tornare al mio miglior livello”. Per il momento, però, non è ancora riuscito a ritrovare le sensazioni di prima dell’ictus: “Non sono affatto sereno. Se vedo un’auto arrivare un po’ troppo veloce o qualcosa del genere, tendo a frenare, mentre prima sarei passato. Ho già provato a pedalare di nuovo in gruppo. E ora, quando sono in scia, sono il primo a frenare. Prendo le curve molto meno velocemente di prima. Ma spero di riuscire a gestire tutto questo e di poter lavorare per tornare come prima, o anche meglio“.
La squadra, con la quale ha un contratto fino a fine 2027, non gli mette in ogni caso pressioni e gli ha detto di prendersi il tempo necessario per recuperare e tornare al suo livello: “Sono io che mi metto pressione. Vorrei ritrovare le sensazioni di prima, anche se credo che non sarà facile. Vorrei imparare a convivere con quello che è successo e continuare a crescere”, ha concluso Robeet.
