di
Virginia Piccolillo
Il ministro alla festa di FdI: Salvini voterà il decreto armi? Non sono il suo psicologo
ROMA – «In Europa si parla di attacchi nucleari, di massacri, di mandare i figli a morire. Ministro Crosetto, siamo in guerra?», chiede Marco Travaglio. Guido Crosetto risponde: «Non uso quelle parole. Ma il mio compito è evitare la guerra, la morte, lo scontro. E costruire le condizioni per difenderci se qualcuno impazzisce. E far di tutto perché i conflitti in atto non ci portino alla guerra».
È il giorno in cui Mosca parla della «peggiore crisi» con l’Italia degli ultimi 80 anni e ad Atreju si confrontano il direttore de Il Fatto Quotidiano, e il ministro della Difesa che vuole la leva obbligatoria. La fecero entrambi a Cuneo: lo scoprono sul palco. Sul resto, Ucraina e Medio Oriente, sono agli antipodi. La premessa di Crosetto: «Sono molto deluso dal fatto che siano gli Usa che intervengano per trattare una pace nel cuore dell’Europa. Se domani gli Stati europei dicessero che c’è una persona a rappresentare tutto il negoziato, né Trump né la Russia potrebbero dire di no». Ma «Putin parla di pace, l’Europa di guerra: non è una campana stonata?», chiede Travaglio. E Crosetto: «Putin parla di pace ma, porca …, ogni notte lancia 1.200 missili. Il tema è vedere come ci si comporta sul campo» e non si è capito «quale sia il punto di arrivo della Russia: dice che si fermerà dopo aver annesso quei territori, ma vedo un milione e mezzo di militari, due milioni di riserve, una leva che sta aumentando, un’economia di guerra. E ci sono Estonia, Lettonia e la stessa Polonia che temono di fare la stessa fine dell’Ucraina», sottolinea ricordando che «giustificare qualcuno che mentre parliamo sta tirando bombe su scuole e ospedali, significa aiutarlo».
L’ «ossessione del governo per la guerra ibrida»
Il giornalista incalza sull’«ossessione del governo per la guerra ibrida». Crosetto ribatte: «Nel 2025 ci sono stati 1.500 attacchi cyber, 400 gravi. Non si sono visti perché siamo riusciti a fermarli». Stanno cambiando i rapporti di forza globali, dice. Lo dimostra il dibattito sul superamento del G7 verso un G5 con Cina e India protagoniste come «avevo detto alla Nato già due anni fa», rivendica.
Crosetto: «C’è una politica sola e lo abbiamo dimostrato»
Travaglio punzecchia sulle divisioni, soprattutto con la Lega. Crosetto respinge: «Non sono lo psicologo di Salvini. C’è una politica sola e lo abbiamo dimostrato». A margine, sul decreto armi il ministro rassicura: «Lo porteremo verso fine anno. Tutti speriamo di non doverlo usare».
Poi chiede se papa Leone e già papa Francesco «parlano di disarmare le parole» perché la diplomazia tace. Crosetto obietta che la trattativa c’è «nelle segrete stanze. Guai a fermarla». Anzi, aggiunge: «L’altro giorno ho chiamato Umerov che conduce le trattative per l’Ucraina, e mi sono permesso di dare a lui delle idee per trattare». Del resto è stato Zelensky, evidenzia, il primo ad accettare di discutere «i 28 punti, ora concentrati su 3 punti. Ma il nodo è sui territori».
Sul Medio Oriente
Si vira sul Medio Oriente. E sui pro Pal: «Arriverà il giorno in cui protesteranno contro sé stessi perché non avranno più nulla da dire», ironizza i ministro. Travaglio difende Francesca Albanese e il free speech. «Sono per fare parlare Albanese: ogni volta guadagniamo voti. Ma ho denunciato quegli schifosi che accusano me e Meloni per genocidio. Voglio che paghino tutta la vita».
E sull’Ucraina
Sull’Ucraina, Travaglio rinfaccia a Meloni di aver «scommesso sulla vittoria. E ora che si tratta?». A margine di un altro panel gli risponde il sottosegretario di Stato Giovambattista Fazzolari: «Qualsiasi osservatore era certo che sarebbe stata interamente invasa nel giro di poche settimane. Penso che l’Ucraina abbia già vinto. A prescindere da come finirà».
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13 dicembre 2025 ( modifica il 13 dicembre 2025 | 12:37)
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