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La benzina risale nelle scelte degli italiani tanto che, come ha appena certificato l’Unem (l’Unione Energie per la mobilità) nel suo preconsuntivo 2025, l’asticella, pari a 9 milioni di tonnellate (+3,9%), è tornata sui livelli del 2011 quando, ha spiegato nei giorni scorsi Gianni Murano presentando la fotografia, «la quota delle auto a benzina sull’immatricolato però del 40% rispetto al 70% attuale, mentre i consumi di gasolio motori e gpl autotrazione scendono rispettivamente dell’1% e dello 0,4 per cento».
Il traino dell’ibrido
Ma cosa sta succedendo? A determinare questo sprint della benzina è la grande diffusione dell’ibrido. Che, sempre stando a quanto riportato dall’Unem, sta conquistando il mercato nazionale orientato sempre più verso questo tipo di soluzione e verso il segmento medio-grande (SUV e crossover che coprono il 58% delle nuove immatricolazioni). «Le ibride offrono maggiore flessibilità, consumi più contenuti e minori emissioni rispetto ai veicoli tradizionali, rappresentando una forma di transizione “graduale” verso una mobilità più sostenibile, in cui anche i biocarburanti potranno giocare un ruolo importante», ha puntualizzato lo stesso Murano.
L’andamento dell’elettrico
Certo, anche l’elettrico puro sta crescendo dal momento che, nei primi 11 mesi del 2025, ha registrato un +58% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma le distanze rispetto ai numeri delle auto alimentate da un motore endotermico, ha spiegato il presidente dell’Unem, restano ancora significative: «Il motore endotermico continua ad essere il più consistente anche sul mercato dell’usato dove presenta volumi doppi rispetto al nuovo».
L’effetto del riallineamento delle accise
E sul fronte prezzi dei carburanti? Nel 2025 hanno toccato i minimi dal 2022: la benzina in media è stata pari a 1,733 euro/litro, mentre quello del gasolio a 1,652, ovvero inferiori di 8-9 centesimi rispetto al 2024, che a sua volta era stato più basso del 2023. Ma la situazione è destinata a cambiare con il riallineamento delle accise che scatterà a partire dal 1° gennaio in virtù di quanto previsto dalla Legge di bilancio 2026 all’esame del Parlamento. Un riallineamento che renderà il gasolio più costoso della benzina «in una misura stimata, a parità di prezzo industriale, in 3 centesimi euro/litro – ha stimato Murano – e con un maggiore gettito per l’erario di circa 2 miliardi di euro nel periodo 2026-2030».
