La vicenda Telesud si arricchisce di un nuovo, inquietante capitolo. Circa un’ora dopo la pubblicazione sul sito ufficiale dell’ex emittente della lettera con cui la redazione giornalistica proclamava lo stato di agitazione e lo sciopero del 15 dicembre, quel documento è stato rimosso.
Un intervento che, con ogni probabilità, arriva direttamente dall’editore Valerio Antonini, che poco dopo affida ai social la sua versione dei fatti. Antonini scrive che la lettera sarebbe stata pubblicata utilizzando «i canali di comunicazione di proprietà dell’azionista per interessi propri», elogiando il direttore per «avere gestito al meglio la situazione». E aggiunge, con una frase che pesa come un macigno:
«Anche per Telesud, pronto ad ascoltare offerte, ma so già la risposta».
Non solo. Antonini rende pubblico anche un messaggio inviato in mattinata ai dipendenti, che getta ulteriore luce sulla gravità della situazione economica e occupazionale.
Nel testo, l’editore afferma che negli ultimi dodici mesi il socio unico avrebbe versato 420 mila euro nelle casse della società, utilizzati esclusivamente per la gestione ordinaria, a causa di debiti pregressi con l’erario (2015-2020), della «totale assenza di sponsor» e dell’«impossibilità di accedere a finanziamenti regionali».
Secondo Antonini, il quadro sarebbe ormai «assolutamente esplosivo» e tale da rendere «ingestibile il breve termine». Da qui l’annuncio più pesante: la possibile liquidazione della Telesud 3 Srl e la ripartenza con una “good company”, una nuova società «priva di debiti», nella quale i contratti verrebbero rinnovati solo per il personale ritenuto idoneo e sostenibile dalla direzione generale.
L’editore conferma quanto già comunicato: i contratti in scadenza il 31 dicembre 2025 non saranno rinnovati, proprio in vista della liquidazione. Sul fronte stipendi, Antonini parla di un ulteriore intervento personale per pagare ottobre, novembre e dicembre nelle prossime settimane, con il primo pagamento promesso entro il 24 dicembre, ribadendo però che «non ci sono attualmente risorse per fare fronte alle spese correnti».
Il messaggio si chiude con un passaggio significativo: Antonini invita il direttore generale a «portare avanti le linee guida indicate dal socio di maggioranza» e precisa che la comunicazione avrebbe carattere riservato, vietandone la diffusione all’esterno (che fa invece lui).
Una riservatezza che, di fatto, è saltata. Per tutta risposta alla rimozione dal sito, i giornalisti di Telesud hanno ripubblicato integralmente la loro lettera “censurata” sui profili social personali. Allo stesso tempo, è stato cancellato anche il video in cui veniva letta la nota sindacale.
Una sequenza di atti che racconta molto più di una crisi aziendale: racconta uno scontro ormai aperto, una redazione senza stipendi e un editore che parla di liquidazione, mentre la storica emittente trapanese scivola sempre più in una zona grigia fatta di silenzi, rimozioni e comunicati contrapposti. E, sullo sfondo, restano i lavoratori. Senza certezze, senza stipendi, e ora anche senza spazio sul sito della loro stessa televisione.
