di
Ilaria Sacchettoni

Il deficit di formazione dei tre bambini è un aspetto penalizzante dell’isolamento scelto dai coniugi Trevallion

A pochi giorni dall’udienza fissata alla Corte d’Appello dell’Aquila (16 dicembre) per decidere su un eventuale ricongiungimento della famiglia Trevallion, emergono ulteriori dettagli circa la formazione dei tre bambini. La più grande, attorno agli 11 anni, sarebbe appena in grado di scrivere il proprio nome, mentre i fratellini, gemelli di 6 anni, sono del tutto incapaci di scrivere,  riporta Il Messaggero. 

Così ha spiegato la tutor Maria Luisa Palladino offrendo un aggiornamento sulle condizioni dei piccoli e sul percorso educativo che stanno affrontando: «Non sanno leggere, stanno imparando l’alfabeto. La bambina più grande, sotto dettatura, sa scrivere solo il suo nome. Nella struttura colorano, fanno i puzzle, interagiscono con gli altri coetanei e stanno capendo che le attività che stanno facendo sono per il loro interesse. Tuttavia, si stanno incastrando tasselli positivi. La mia relazione sarà redatta nell’interesse dei minori» ha spiegato Palladino.



















































Già era emersa la scarsa padronanza dell’italiano dei tre. Certo questo aspetto non è un dettaglio neutrale nella vicenda che vede la coppia di neo-rurali ricorrere contro il provvedimento del Tribunale dei Minori dell’Aquila. Anzi, si tratta di un elemento decisivo che testimonia come i giudici aquilani abbiano scrupolosamente approfondito gli aspetti legati all’istruzione familiare (unschooling) dei bambini. Evidenziando quel deficit di formazione come un aspetto penalizzante dell’isolamento scelto dai Trevallion. 

A questo punto si può dire che vi è un doppio gradino da colmare per poter ottenere il ricongiungimento: l’apprendimento e la socialità dei tre minori.

Va anche detto, tuttavia, che la famiglia, con l’aiuto del sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli, è avviata ad una soluzione

Nei giorni scorsi ha ottenuto la disponibilità dell’insegnante Rossella D’Alessandro a seguire la formazione scolastica dei bambini. La donna si è definita «felice di aiutarli» e speranzosa di poterli includere nelle attività di doposcuola assieme ad altri bambini da lei assistiti. 

All’indomani della decadenza della potestà genitoriale dei Trevallion si è messa in moto una gara di solidarietà regionale. Amici, vicini, sindaci si sono dedicati a trovare soluzioni. Come quella di alloggiare Nathan Trevallion in un casale (a titolo gratuito) in attesa della ristrutturazione della propria abitazione, anch’essa modificata per soddisfare quei requisiti di abitabilità previsti dalla legge.

Qui è stata la generosità di un ristoratore — Armando Carusi — a imporsi. Mentre Masciulli si è fatto carico delle spese per l’alloggio dei bambini nella casa famiglia (244 euro al giorno). Le premesse per un lieto fine, Natale a parte, ci sono tutte.


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13 dicembre 2025 ( modifica il 13 dicembre 2025 | 21:15)