Bologna, 13 dicembre 2025 – È un caloroso applauso quello che accoglie Giovanni Allevi al termine della proiezione di Back to Life al cinema Modernissimo di Bologna. Molti spettatori si alzano in piedi e subito si innesca un gioco con il pubblico. “Ditemi un aggettivo che descriva il documentario”. “Fantastico”. “Emozionante”. “Unico”.
In sala c’è anche Daniele Salvatori, che sceglie “commovente”. Maestro di composizione al Conservatorio di Bologna, è stato professore di Allevi e la sua testimonianza è presente nel film. “I documentari che raccontano la vita degli artisti sono noiosi – esordisce Allevi –. Noi avevamo qualcosa di più da raccontare. Questo lavoro risponde a un’esigenza sociale. Voglio proporre una filosofia del dolore, un diverso modo di interpretarlo, perché è qualcosa che può darci delle indicazioni”.

Giovanni Allevi saluta il suo pubblico
La genesi del suo concerto e la diagnosi del mieloma
Nel film di Simone Valentini, il compositore racconta la genesi del suo concerto per violoncello e orchestra, MM22. Quando ha ricevuto la diagnosi di mieloma, si è chiesto quali note corrispondessero alle sette lettere della parola “mieloma”. Le ha messe in fila, una dopo l’altra, e ne è nata una melodia. “MM” sta per mieloma multiplo, mentre “22” è l’anno della diagnosi.
Le tappe di un ‘percorso alchemico’
“Questo docufilm ripercorre le tappe di quello che gli antichi chiamavano “percorso alchemico” – spiega Allevi –. Secondo queste menti, c’è un momento in cui facciamo esperienza del buio. Da lì in poi inizia un cammino di rifioritura”. Un ritorno alla vita. “Per fare in modo che i farmaci facessero effetto – racconta Allevi nel film – ho voluto predisporre il mio corpo alla guarigione. Ingannavo il cervello. Se mi tremavano le mani, pensavo: che bello, sono fragile, dunque sono unico. Così sono riuscito a interrompere il circolo vizioso”.
Le testimonianze di musicisti e collaboratori
Nel racconto compaiono le testimonianze di musicisti e collaboratori, ma anche di amici e familiari. “Mio padre è stato il mio più grande detrattore – spiega Allevi –. Era un musicista e proprio per questo non voleva che mi avvicinassi a questo mondo”.

L’affetto del pubblico al Modernissimo per Allevi
Il primo concerto a Napoli davanti a 5 persone
C’è poi il racconto del primo concerto a Napoli davanti a cinque persone, dell’esibizione al Blue Note di New York, del primo sold out a Shanghai. Con l’Oriente Allevi ha un rapporto che lo accompagna da sempre: la sua prima composizione si intitola ‘Japan’. Fino alla nascita delle opere per violoncello e orchestra e alla prima ‘direzione’ del concerto, con la flebo ancora attaccata al braccio, debole dopo essersi alzato dal letto dell’ospedale. “Come se il dolore mi porgesse anche degli inaspettati doni”. Così riprende a vivere e a suonare, nota dopo nota, concerto dopo concerto. Back to life è il titolo di un brano contenuto dell’album Joy del 2006. Oggi quello stesso titolo segna il ritorno di Giovanni Allevi alla musica e alla vita. Che alla fine sono la stessa cosa.