Ursula von der Leyen deve cedere alle infinite pressioni e scegliere una via per allentare il divieto alla vendita di nuove vetture endotermiche: tra le ipotesi sul tavolo, distinguiamo tra finto e vero cambiamento
L’accordo tra Unione europea, automobile e mondo reale non è ancora stato scritto. Questo è un fatto. Perfino le interviste come quella rilasciata alla Bild da Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo, vanno considerate più come metodo per mettere fretta che anticipare una intesa imminente. Il blocco assoluto alla vendita di vetture con motore a combustione, a partire dal 1° gennaio 2035, ad oggi infatti resta intatto. La Commissione guidata da Ursula von der Leyen non può ignorare le pressioni di un nutrito gruppo di case automobilistiche e Stati membri che ne chiedono una sensibile revisione, consentendo di mantenere in commercio vetture anche non al 100% elettriche. Tra i contrari c’è il governo spagnolo, che attraverso il ministro dell’Industria Jordi Hereu ha confermato a Gazzetta Motori come nulla sia stato deciso, e neppure formalmente ancora proposto. Anche le contraddizioni in corso e gli opposti schieramenti sono un fatto, così come le loro inevitabili conseguenze. La Commissione europea ha annullato, senza motivo apparente, l’incontro fissato in precedenza per il 10 dicembre da cui ci si attendeva la presentazione del nuovo pacchetto di misure per il settore automobilistico, comprese appunto le eventuali modifiche alle regole attuali sul blocco assoluto alla vendita di vetture con motore a benzina dal 1° gennaio 2035. Secondo indiscrezioni ormai insistenti, anche il nuovo incontro in programma tra il 16 e il 17 dicembre sarebbe a rischio. Perfino quella volontà di cambiare che appare ormai largamente condivisa è, nella pratica, diluita in almeno quattro ipotesi di lavoro anche distanti tra loro. Come e quanto l’Europa rallenterà o rinnegherà il suo Green Deal, questo dipenderà dalla determinazione reale o meno con cui percorrerà almeno una di queste strade. Altrimenti, l’intesa che ancora non conosciamo porterà un risultato che non avremo neppure il modo di notare.
Le 4 alternative—
Ogni soluzione possibile parte dal medesimo presupposto. Il Regolamento Europeo 631 del 17 aprile 2019 ha lasciato alla successiva Decisione della Commissione 1623 del 2023 il compito di disegnare il percorso di riduzione delle emissioni di CO2 prodotte da ogni nuova autovettura messa in vendita sul territorio dell’Unione. Il “taglio” è progressivo ma drastico. Rispetto ai 115,1 grammi a km che erano il limite precedente, bisogna scendere del 55% entro il 2030, fino a 49,5 grammi a km. Al 1° gennaio 2035 l’obiettivo fissato è quello di una riduzione del 100%, ovvero zero grammi a km, lasciando sul mercato sostanzialmente solo auto elettriche a batteria, con l’aggiunta eventuale di quelle alimentate ad idrogeno attraverso sistemi con celle a combustibile. Da qui in poi parte ogni forma di trattativa che stiamo vivendo e che ruota sulla dilazione dei tempi e sulla la previsione di determinate eccezioni al divieto.