di
Michele Tossani

I bianconeri verso il cambio modulo già dalla trasferta di Bologna, le soluzioni non mancano

Sarà a Bologna la volta buona? È ormai da un po’ che, in casa bianconera, si parla del possibile passaggio alla difesa a quattro, primo step verso una ristrutturazione completa del modello di gioco juventino. Anche Spalletti, sollecitato in proposito, ha diverse volte toccato l’argomento. Qualcosa, in questo senso, si è già visto. L’ipotesi di arrivare a una Juventus col 4-3-3 o col 4-2-3-1 era una probabilità fin dall’inizio dell’avventura dell’allenatore toscano a Torino. Spalletti però ha optato per un approccio più morbido con un gruppo preso in corsa, adeguandosi a quelle che, evidentemente, erano idee ben radicate nella squadra. L’insistenza sul vecchio sistema non ha però dato buoni frutti, nemmeno con nuovi principi per interpretarlo e nonostante qualche tentativo di modifica come accaduto a Napoli, dove la Juve si è presentata con un 5-3-2 che prevedeva Yildiz e Conceição in attacco.

È chiaro come una diversa disposizione di partenza dell’undici titolare, da sola, potrebbe non significare nulla in termini di cambiamenti importanti. Sarà quindi fondamentale capire come la squadra si adatterebbe a un eventuale nuovo modulo, quali spazi verrebbero occupati nelle fasi di possesso e non possesso e quali indicazioni tattiche guiderebbero i giocatori, influenzandone le decisioni e i movimenti durante la gara.
Dal punto di vista delle soluzioni però, così come sotto l’aspetto di una ventata d’aria fresca che potrebbe avere anche ripercussioni positive a livello motivazionale, una diversa sistemazione in campo consentirebbe a Spalletti di ricollocare alcuni elementi. Koopmeiners su tutti.



















































Utilizzato da braccetto della difesa a tre l’olandese doveva idealmente essere l’uomo in più dal quale far partire la costruzione da dietro, resa problematica dagli infortuni di Bremer e Cabal. Questa soluzione toglieva qualcosa sul piano difensivo, come evidenziato sempre a Napoli quando l’ex atalantino si è trovato a dover difendere su Neres. Il recupero di Cabal e Rugani e l’eventuale cambio di sistema offrono a Spalletti l’occasione per riportare Koopmeiners a centrocampo, in una posizione a lui più consona. In caso di 4-3-3, accanto al numero 8 sono pronti ad agire due fra McKennie, Locatelli e Thruam. In caso di mediana a due invece ci sarebbe posto solo per un altro centrocampista.

Il tutto senza dimenticare Miretti. Sempre positivo quando chiamato in causa, l’italiano ha le caratteristiche ideali per offrire alla squadra quella qualità in palleggio che, nelle zone centrali del campo, spesso è venuta a mancare. Fra l’altro, una mediana più tecnica potrebbe sulla carta offrire ai bianconeri un’arma ulteriore per superare il pressing del Bologna, senza dover così dipendere solo dal lancio lungo di Di Gregorio. Nel 4-2-3-1 Yildiz può agire da numero 10, pronto ad allargarsi a sinistra per scambiarsi di posizione con l’ala schierata su quel lato. Nel 4-3-3 toccherebbe invece proprio al turco andare a collocarsi in partenza su quel binario esterno.

Con Conceição e Zeghrova pronti a destra, resterebbe da assegnare la maglia numero 9. In ballottaggio ci sono David e Openda. Il canadese ha ottime qualità associative, che lo rendono utile per aiutare lo sviluppo della manovra. Conto la linea alta bolognese però Spalletti potrebbe voler ricorrere alla velocità in campo aperto di Openda. Lanciare direttamente in profondità il belga sarebbe una buona soluzione da utilizzare per attaccare alle spalle i centrali felsinei. 

14 dicembre 2025