La ricerca non si ferma. Ancora una volta da Napoli arriva una notizia che apre nuove prospettive di cura per migliaia di donne. Al centro c’è il lavoro dei ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale e del professore Michelino De Laurentiis, uno dei massimi esperti internazionali di tumore al seno, da anni impegnato nello sviluppo di terapie sempre più efficaci e personalizzate, basate sulla biologia della malattia e sulle caratteristiche individuali delle pazienti.

APPROFONDIMENTI

Il congresso

Al San Antonio Breast Cancer Symposium 2025, il più importante congresso mondiale dedicato alla ricerca e allo sviluppo terapeutico nel tumore al seno – appuntamento dal grande valore medico-scientifico che ogni anno riunisce in Texas oltre diecimila esperti provenienti da più di cento Paesi – sono stati presentati i risultati di uno studio internazionale di fase III, denominato EPIK-B5, coordinato proprio dal direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica del Pascale. Uno studio che segna un passo avanti concreto nella cura del tumore al seno metastatico ormonoresponsivo, una forma della malattia che – dopo le terapie di prima linea – può diventare particolarmente difficile da controllare e incidere in modo rilevante sulla qualità e sull’aspettativa di vita delle pazienti.

Tumore al seno metastatico: la nuova strategia terapeutica di precisione che dimezza il rischio di progressione dal Pascale di Napoli

«Ci troviamo spesso di fronte a donne che, dopo aver beneficiato dei farmaci più innovativi, vedono purtroppo la malattia riprendere forza», spiega De Laurentiis. «In questi casi, pur in presenza di diverse opzioni terapeutiche, è fondamentale individuare nuove strategie efficaci, capaci di prolungare il controllo della malattia senza compromettere la qualità della vita».

Lo studio ha coinvolto pazienti già trattate con inibitori di CDK4/6, farmaci che negli ultimi anni hanno rivoluzionato la cura del tumore al seno, migliorando in modo significativo la sopravvivenza. I ricercatori hanno dimostrato che una combinazione mirata di alpelisib e fulvestrant, due farmaci già disponibili nella pratica clinica, può offrire un beneficio importante alle pazienti i cui tumori presentano una specifica mutazione genetica, PIK3CA, associata a una maggiore aggressività della malattia.

Lo studio

I risultati sono particolarmente incoraggianti: la nuova strategia terapeutica ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 48 per cento e garantito un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza rispetto allo standard di cura. Un dato che conferma il valore della ricerca condotta al Pascale, capace di trasformare la conoscenza dei meccanismi molecolari del tumore in benefici concreti per le pazienti.

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Lo studio si inserisce in un filone di ricerca che il professor De Laurentiis porta avanti da anni, contribuendo in modo determinante allo sviluppo della medicina di precisione nel tumore al seno, una patologia che continua a colpire un numero sempre crescente di donne.

Nel corso della sua carriera, il ricercatore ha coordinato e partecipato a numerosi studi clinici internazionali che hanno contribuito a definire nuove strategie terapeutiche: dall’uso sequenziale delle terapie endocrine alle combinazioni con farmaci biologici mirati, fino alla selezione dei trattamenti sulla base del profilo genomico del tumore. «È la dimostrazione – sottolinea Michelino De Laurentiis – che non sempre servono nuovi farmaci per cambiare il destino di una malattia. A volte è l’uso più intelligente e biologicamente razionale delle terapie già esistenti a fare la differenza». Un approccio quest’ultimo che nasce da anni di studi sulla resistenza ai trattamenti, sui meccanismi che permettono al tumore di “sfuggire” alle cure e sulle strategie per colpire selettivamente le cellule maligne, risparmiando quelle sane. Anche sul fronte della sicurezza, la combinazione terapeutica si è dimostrata gestibile, con effetti collaterali già noti e controllabili attraverso un attento monitoraggio clinico, un aspetto fondamentale quando si parla di terapie destinate a pazienti che convivono con la malattia per lunghi periodi. La possibilità di mantenere una buona qualità della vita rappresenta infatti uno degli obiettivi centrali dell’oncologia moderna.

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Il team

Ma risultati di questo livello non arrivano per caso. «Sono il frutto – sottolinea il professore De Laurentiis – del lavoro di un’intera squadra di medici, ricercatori, biologi, infermieri, data manager e di tutti i professionisti dell’Istituto Pascale che, con il sostegno e la visione della Direzione strategica, hanno reso possibile, pur in un contesto di risorse limitate, la costruzione di un centro capace di affermarsi come punto di riferimento nazionale e internazionale nella lotta contro il tumore al seno. Il nostro obiettivo – conclude il professore, appena rientrato dal Texas – è quello di offrire a ogni donna la cura più adatta alle caratteristiche del suo tumore. La medicina di precisione non è più un concetto astratto, ma una realtà capace di migliorare in modo concreto la qualità e la durata della vita». Un risultato che rafforza il ruolo della ricerca italiana e del Pascale di Napoli nel panorama scientifico internazionale e che restituisce la speranza a tante donne e alle loro famiglie, dimostrando come studio, innovazione e lavoro di squadra possano davvero cambiare il volto della malattia.