Il rover Mapp viaggerà con Atremis III per studiare la polvere lunare, che da cinquant’anni è un grande problema per gli esploratori dello spazio
In molti si ricorderanno della prima apparizione di Luke Skywalker nel primo film di Star Wars. Lo vediamo sull’atmosfera quasi lunare di Tatooine mentre sceglie due robot da lavoro, C-3P8 e R2D2, che poi si riveleranno compagni di vita e di avventure. I prossimi astronauti che solcheranno la superficie della Luna vogliamo immaginarceli così: accompagnati da un simpatico assistente robotico. E in effetti non è molto lontano dalla realtà. Chi partirà con Artemis III — con questa missione la Nasa tornerà sulla Luna dopo l’ultima esperienza, quella di Apollo 17 — porterà con sé Mapp. Il suo nome completo è Mobile Autonomous Prospecting Platform, è realizzato dall’azienda Lunar Outpost e durante la missione aiuterà i suoi «compagni umani» a comprendere di più sull’ambiente spaziale che li circonda.
Perché Mapp è importante per Artemis
Come hanno sperimentato i precedenti astronauti che hanno viaggiato sul nostro satellite, non si scherza affatto con la polvere lunare. «Dopo il suo viaggio sulla Luna durante la missione Apollo 17, l’astronauta Gene Cernan ha riconosciuto la sfida che la polvere lunare rappresenta per l’esplorazione lunare a lungo termine», si legge nel comunicato ufficiale della Nasa. «La polvere lunare si attacca a tutto ciò che tocca ed è molto abrasiva». Studiarla è di primaria importanza per gli scienziati, così da migliorare le condizioni delle future missioni sul satellite. La componente responsabile di questo compito si chiama DUSTER (DUst and plaSma environmenT survEyoR, cioè sistema di monitoraggio dell’ambiente per polveri e plasma). Il modulo, costruito dal’Università del Colorado, includerà uno strumento per misurare la carica, la velocità, la dimensione e il flusso delle particelle di polvere sollevate dalla superficie lunare, e uno per determinare la densità media degli elettroni sopra la superficie lunare.
In definitiva, il suo compito sarà quelo di aiutare a comprendere il comportamento della polvere lunare durante gli atterraggi, i decolli, le attività extraveicolari, ma anche nelle sue condizioni “normali”, cioè ad ambiente naturale e indisturbato. I risultati dello studio forniranno informazioni sull’impatto dell’umanità sulla superficie lunare e getteranno le basi per una presenza sostenibile nello spazio.
A spiegare l’utilità ultima del robottino che affiancherà gli astronauti è la stessa Lunar Outpost. «Poiché la Luna non ha un campo magnetico globale e un’atmosfera rarefatta, la superficie lunare interagisce direttamente con l’ambiente spaziale, compresi il vento solare e le radiazioni ultraviolette, nonché i raggi cosmici galattici e le particelle energetiche solari», spiegano. «Questo ambiente di carica può causare il sollevamento elettrostatico della polvere lunare, un problema che esiste da oltre cinquant’anni. Questo ambiente di polvere e plasma può rappresentare un ostacolo significativo all’esplorazione umana e robotica della superficie lunare».
Le altre missioni di Mapp
Una cosa è certa: la missione Artemis III non sarà il primo rodeo per Mapp. Anzi, il primo esperimento di lancio sulla Luna è già avvenuto quest’anno. Ma non è stato un grande successo. Con l’atterraggio sulla superficie del satellite — avvenuto a marzo con la missione Lunar Voyage 1, che doveva rappresentare il primo atterraggio di un rover commerciale — il “garage” che conteneva Mapp si è ribaltato, intrappolando per sempre il povero robot (che però è riuscito comunque a eseguire delle misurazioni sulla polvere lunare).
La seconda missione è programmata per il 2026, quando Mapp viaggerà alla volta della Luna con la missione IM-3 di Intuitive Machines.

Intanto sulla Terra porta avanti un’altra missione, in attesa dell’attesissimo ritorno degli umani sulla Luna: quella di farsi conoscere. Il modo migliore per riuscirci? Puntare sulle grandi passioni dell’umanità. E quindi, innanzitutto, farsi trasformare in una creazione Lego. Come è effettivamente accaduto grazie a una collaborazione di Lunar Outpost con la famosa compagnia di giochi danese, che ha realizzato una versione in scala (e mattoncini) del proprio rover. Ma non finisce qui.
La Juventus sulla Luna
L’azienda spaziale americana si è lanciata in un’altra collaborazione molto più vicina a noi (anche più dei Lego, anche se può suonarci strano): quella con la Juventus. La partnership, annunciata a marzo, e quindi proprio nel mese di atterraggio di Mapp, ha portato simbolicamente la squadra di calcio di Torino sulla Luna. «Il 6 marzo, la Juventus è diventata la prima squadra di calcio a raggiungere la Luna grazie al rover Mapp di Lunar Outpost», si legge in un suggestivo video pubblicato su Instagram dalla squadra. Dagli stadi alle stelle. O meglio, ai satelliti.
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14 dicembre 2025
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