LECCE – Soffiano venti di protesta sullo svolgimento della Stagione Lirica della Provincia di Lecce, giunta quest’anno alla 50esima edizione e inaugurata il 7 novembre con la rappresentazione di “Aida”, di Giuseppe Verdi.

L’associazione Orchestra Filarmonica di Lecce e tutti i musicisti che ne fanno parte hanno denunciato l’assenza di qualsiasi tipi di riscontro da parte dell’ente di Palazzo dei Celestini alla comunicazione di posta certificata inviata il 2 dicembre in merito agli impegni di spesa e alle questioni organizzative delle opere “Arlecchinata” di Antonio Salieri e “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, in programma il 19 e il 21 dicembre per la regia di Fredy Franzutti e Giandomenico Vaccari che, insieme a Maurilio Manca, è il direttore artistico della stagione.

Al malcontento per il silenzio dell’ente, si somma quello per decisioni ritenute fortemente penalizzanti, come la riduzione delle sessioni di prova, da sei a tre giorni. Non ci sarebbe così, assicurano gli orchestrali, il tempo per garantire un risultato soddisfacente, soprattutto per “Pagliacci”, opera caratterizzata da una partitura che richiede un lavoro approfondito e responsabile.

“Ridurre le prove e pretendere al tempo stesso una qualità artistica ‘eccellente’ – è scritto in una nota – significa non tutelare la professionalità dei musicisti svilendo il concetto stesso di Teatro di Tradizione. Non si possono chiedere per ‘magia’  risultati di altissimo livello negando le condizioni minime per ottenerli. Questo non è teatro di tradizione: è improvvisazione. È svilimento del lavoro dei musicisti e mortificazione della professionalità artistica”.

Il 9 dicembre è stata inviata una seconda mail con la perentoria richiesta di una risposta entro il giorno successivo, ma anche questo tentativo è andato a vuoto. C’è stato poi un incontro con il dirigente della Provincia e responsabile del progetto della stagione lirica, Roberto Serra, al quale è stato comunicato che in assenza di una risposta puntuale e ufficiale gli orchestrali rimetteranno integralmente alla Provincia ogni responsabilità organizzativa, liberandosi da qualsiasi ulteriore impegno

La nota si conclude con parole che paventano esiti anche imprevedibili della vicenda: “Una situazione sottovalutata, che rischia di compromettere seriamente la Stagione Lirica di Tradizione 2025 e che solleva seri interrogativi alla nostra classe politica sulla reale volontà di tutelare la qualità artistica e la dignità professionale degli operatori coinvolti. E lo diciamo con assoluta chiarezza: se la Stagione Lirica 2025 dovesse subire ritardi, ridimensionamenti o fallimenti, le responsabilità non saranno dell’Orchestra e dei musicisti ma di chi ha scelto il silenzio e l’improvvisazione”.

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