di
Marco Cremonesi

L’argine del Tesoro alle richieste dei partiti. Riunioni a oltranza in Commissione Bilancio. E tra chi lavora alla legge c’è chi sospira: «La verità è che la campagna elettorale è già cominciata»

ROMA – Lui, il ministro Giancarlo Giorgetti ieri era nella sua casa di Cazzago Brabbia, sul lago di Varese. «A rastrellare la ghiaia», come di solito ripete a chi gli chiede come ha trascorso la domenica. In realtà, il ministro all’Economia si prepara alla settimana forse più campale dell’anno, quella in cui la legge di bilancio prende forma in articolato e numeri. Fermo restando che i saldi non si toccano.

Le riunioni fiume

E così, al ministero ieri si è comunque lavorato spasmodicamente. Il vice ministro Maurizio Leo, con i sottosegretari Lucia Albano, Federico Freni e Sandra Savino sono stati barricati tutto il giorno in una riunione fiume. Sul tavolo, i pareri della Ragioneria sugli emendamenti presentati — in particolare gli oltre 400 «segnalati» dai partiti — e per mettere a punto le nuove formulazioni degli stessi sulla base dei numeri. Rispetto agli anni precedenti, ci sono anche tutte le nuove regole europee che non semplificano il lavoro.



















































La campagna elettorale

«La verità? È che la campagna elettorale è già cominciata», spiegano coloro che alla legge di bilancio ci lavorano. Al di là della lettura tradizionale secondo cui la vera manovra elettorale è quella prima delle elezioni — e dunque quella dell’anno prossimo —, il lavoro intorno a quella che dovrà essere chiusa entro la fine dell’anno non sembra tenerne conto. La «tela di Penelope», la chiamano in via XX Settembre: le trattative continue con partiti e anche ministri portano a correzioni ininterrotte. Gli accordi raggiunti vengono rapidamente rimessi in discussone, anche su aspetti minori.

La corsa contro il tempo

Domani dovrebbe essere convocata la commissione Bilancio del Senato: era prevista per ieri sera alle 23 ma le modifiche in corso d’opera hanno spinto a rimetterla in agenda oggi alle 14. E dunque slittano anche i tempi per l’arrivo in Aula, da oggi a domani: lo decideranno i capigruppo nella riunione già fissata. Ma il tour de force è già delineato: da oggi a venerdì, i senatori saranno in Commissione tutti giorni dalle 9 alle 14.30 e poi dalle 21 a esaurimento delle forze. E per sabato mattina, l’ultimo prima di Natale, è già in calendario la convocazione alle 9.

L’iter in Parlamento

Ad ogni modo, in Senato nessuno si allarma. Il relatore per FdI, Guido Quintino Liris, spiega che «il ruolo del relatore serve anche a garantire che alcune delle richieste delle minoranze vengano accolte. Una delle richieste era proprio quella di avere un quadro completo prima di iniziare a votare». Ma quando «c’è correttezza e un quadro completo se si vuole si va molto rapidi. Certo, questo presuppone che non ci siano intenzioni ostruzionistiche da parte della minoranza, che in questo momento non mi risulta ci siano». Simile aspettativa in Lega: «Finiremo il 22 o il 23 — prevede il capogruppo leghista Massimiliano Romeo —. Poi, dopo Natale, tocca alla Camera. E finiremo entro l’anno, come ogni anno».

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14 dicembre 2025