In un Flaminio incandescente, la Dole Basket Rimini rimonta una Fortitudo Bologna troppo arrendevole nel finale, condannandola alla seconda sconfitta consecutiva in pochi giorni. In un derby incerottato, con tante assenze per ambo le squadre, dopo un avvio difficile i romagnoli hanno ribaltato l’inerzia grazie alla maggiore aggressività e alla vena realizzativa degli esterni.
La partita ha raccontato due storie diverse. Nel primo quarto, la Fortitudo ha giocato la sua pallacanestro ideale: ritmi bassi, difesa fisica sul portatore di palla e ricerca sistematica dei vantaggi interni. Tuttavia, dal secondo quarto in poi, Rimini ha imposto la sua maggiore fisicità diffusa. Coach Dell’Agnello ha vinto la partita sulla tenuta atletica e sulla capacità di leggere i cambi difensivi di Bologna. Quando la Fortitudo ha provato a chiudere l’area per limitare i pick and roll centrali, Rimini l’ha punita con gli scarichi sul perimetro; quando Bologna ha allargato le maglie, Ogden e Camara hanno dominato il pitturato. Il punteggio finale (83-68) rispecchia un crollo energetico degli ospiti negli ultimi 15 minuti.
La chiave tecnica numero uno è stata l’incapacità della difesa bolognese di accoppiarsi efficacemente con Mark Ogden. Quando la Fortitudo schierava i lunghi pesanti, il lungo riminese li portava fuori dall’arco col pick and pop, segnando o attaccando il close-out dal palleggio. Questo ha costretto la difesa della Effe a rotazioni lunghe e faticose, aprendo spazi nel cuore dell’area per i tagli dei piccoli (Marini e Denegri).
La Flats Service ha retto l’urto finché il quintetto titolare ha avuto benzina. Nel secondo tempo, il divario di energia rispetto a Rimini negli ultimi 15 minuti è stato impietoso. I close-out difensivi sono diventati sempre più lenti. I giocatori arrivavano con colpevole ritardo su Denegri e Ogden: tutto ciò è stato fatale, trasformando tiri contestati in tiri aperti. Inoltre, la mancanza di un impatto significativo dalla panchina, con il rientro di un Lee Moore ancora a mezzo servizio, ha condannato i titolari all’esaurimento nel finale.
MVP- Mark Ogden
Ne infila 29, dominando dal punto di vista fisico. Nel terzo quarto, i suoi 8 punti consecutivi (due triple e un canestro in traffico) hanno dato il “la” alla fuga decisiva di Rimini. In difesa, ha tenuto botta fisicamente contro i lunghi della Effe, completando una prestazione totale su due lati del campo.
Da rivedere- Matteo Imbrò
Completamente fuori ritmo, non entra mai in partita limitandosi a provare qualche tiro da lontano senza risultato. Ennesima prestazione insufficiente, che lasciano diversi dubbi sulla sua reale utilità in Fortitudo.
Rimini
Ogden 8: ago della bilancia tattica. Non si è limitato a mettere a referto una prestazione monstre con grandi percentuali, ma ha distrutto il piano partita difensivo della Fortitudo. La sua capacità di colpire dall’arco dei 6.75 ha costretto i lunghi avversari a uscire dall’area, svuotando il pitturato per le penetrazioni dei compagni. Semplicemente immarcabile.
Tommassini 7.5: in pratica è perfetto dall’arco, dove tiene sempre ottime percentuali. Inoltre si nota sia la grande capacità di lavorare senza la palla in mano che gli ottimi movimenti in uscita dai blocchi. I suoi 15 punti, pur partendo dalla panchina, sono oro colato.
Marini 7: gioca una partita di sostanza totale, confermandosi l’esterno più completo del roster. Preziosissimo nella metà campo difensiva, dove ha messo il suo corpo e i suoi centimetri nella staffetta per limitare gli esterni bolognesi.
Denegri 7: glaciale, essenziale e tatticamente perfetto: le sue spaziature sono state l’incubo della difesa ospite per tutti i 40 minuti.
Camara 6.5: battaglia sotto canestro, si muove bene e scoraggia le guardie fortitudine ad attaccare il ferro.
Simioni 6: pochi minuti, ma sempre utile e prezioso con i punti dal palleggio.
Leardini 6: si fa trovare pronto, legge bene i cambi ed infila un ottimo canestro.
Pollone 5.5: un po’ lento e macchinoso, ma è comunque utile con la sua fisicità.
Coach Sandro dell’Agnello 7: Ha il grande merito di non perdere la calma dopo l’avvio difficile, pescando dalla panchina le risorse giuste (Tommassini) per girare l’inerzia. La gestione delle rotazioni, pur cortissime, è perfetta: la sua squadra arriva al quarto periodo correndo al doppio della velocità degli avversari.
Fortitudo
Della Rosa 7: prova a prendersi in mano la squadra, si accende solo a sprazzi, ma perlomeno muove bene le transizioni offensive.
Sarto 5.5: troppo discontinuo, i suoi punti sarebbero stati preziosi, ma le percentuali non aiutano e la difesa riminese alla fine lo raddoppia bene. Chiude in doppia cifra ma si sveglia tardi.
Sorokas 5.5: solita doppia doppia, ma in attacco non incide, limitato dalla rim protection avversaria.
Moore 5: al rientro dopo l’infortunio. Come al solito non crea ottimi tiri, ma perlomeno ci prova. Pesano come un macigno le solite troppe palle perse (5).
Anumba 6: lasciato troppo solo contro i lunghi riminesi, che ben lo controllano. Combatte comunque come può.
Guaiana 5.5: gli da spazio Caja a causa delle rotazioni corte, trova buoni spunti rispetto al solito, ma non bastano.
Moretti 6: ci mette sempre il cuore, nonostante fisicità e centimetri limitati. Trova anche ottimi punti sotto canestro.
Imbrò 4.5: viene da chiedersi se sappia trovare altre soluzioni offensive tolte le triple fuori ritmo. Totalmente in panne.
De vico 5: ancora poco lucido, resta in campo solamente due minuti.
Coach Attilio Caja 5.5: i giocatori a disposizione sono questi, ma dalla panchina esce sempre troppo poco. E adesso la posizione in classifica non sorride.
