William e Kate potrebbero trasferirsi a Fort Belvedere, romantico castello immerso nel verde del Windsor Great Park. Un luogo ricco di storia, tra interni sontuosi e amori passati. Potrebbe davvero diventare la loro nuova dimora, dove far crescere i tre principini.

Perché Fort Belvedere

Fort Belvedere è un luogo senza tempo, in grado di intrecciare passato e presente con un’eleganza discreta ma suggestiva. Si trova, come detto, nel cuore del Windsor Great Park e, stando alle indiscrezioni, potrebbe tornare a ricoprire il ruolo di abitazione stabile. Sembra infatti che il Principe William e Kate Middleton siano alla ricerca di uno spazio più adatto ai bisogni della loro famiglia e alla loro crescente visibilità.

L’attuale abitazione dei Principi del Galles, Adelaide Cottage, non è infatti abbastanza. Si tratta del resto di una casa con quattro camere da letto, scelta per garantire privacy e normalità ai tre figli più che per adempiere a scopi pubblici. Fort Belvedere è tutt’altra storia.

La storia di Fort Belvedere

Fort Belvedere è stato realizzato nel 1750. Era in origine un punto d’osservazione militare, cruciale dopo la ribellione giacobita. Domina infatti su di una collina circondata da pini. Ciò consente di offrire ai suoi abitanti una vista magnifica sulla campagna inglese.

Nel corso degli anni Venti dell’800, Re Giorgio IV decise di trasformare il forte in una vera e propria tenuta di campagna. Ciò ha comportato un vasto arricchimento con giardini e saloni. Nel corso del regno della Regina Vittoria, invece, divenne una delle mete preferite per i tè pomeridiani della Famiglia Reale.

La sua storia è però divenuta leggenda nel corso degli anni Trenta del ‘900. Si trasferì infatti Edward, la cui vita è al centro di numerose narrazioni bibliografiche e cinematografiche. Si tratta di Re Edoardo VIII, il cui regno però durò ben poco. Proprio qui, al fine di sposare la donna amata, Wallis Simpson, decise di firmare la propria storica abdicazione. Era il 1936 e lei, nelle sue memorie, scrisse: “Sarà sempre la casa più romantica che abbia mai conosciuto. Una sorta di castello incantato”.

Interni e giardini

Tanto si può dire di Edward ma non che non fosse un padrone di casa tremendamente attento e perfezionista. I giardini di Fort Belvedere furono progettati insieme con Mrs. Harry Lindsay, con uno sguardo speciale alla palette dei colori e all’equilibrio naturale.

Nel 1933 Illustrated London News descriveva con grand entusiasmo la piscina privata, così come il campo da tennis e le numerose aree verdi curate con grande precisione. Passando agli interni, invece, questi sono un vero trionfo di Gothic Revival, con tocchi personali. Il salone da pranzo era dipinto in verde pallido, con murale ispirati ai paesaggi acquerellati di Turner.

I soffitti sono alti e i camini rigorosamente in pietra. Le finestre A ogiva e gli ambienti inondati di luce naturale. La dimora comprende inoltre biblioteche, studi e una torre panoramica, sfruttata sia come punto di osservazione che come salotto intimo e riparato da sguardi indiscreti.

Una nuova casa da reinventare

È stato il Duca di Windsor l’ultimo padrone di casa. Nel 1951 Fort Belvedere è poi tornato alla Corona e concesso in affitto a membri o amici fidati della Famiglia Reale. Basti pensare a Gerald Lascelles, cugino della Regina Elisabetta II.

Il fascino è rimasto intatto e gli ampi spazi garantiscono riservatezza (in aggiunta alla posizione decisamente isolata). È l’opzione ideale per la giovane famiglia, che dovrà sfruttare i suoi ambienti tanto per le questioni pubbliche quanto per quelle private.

È facile pensare, però, come ci saranno degli interventi massicci per rendere il tutto più “proprio”. Potrebbe esserci spazio per un restyling attento e funzionale, in grado di coniugare rispetto per il passato e comodità contemporanee.

Non è da escludere l’inserimento di spazi dedicati all’istruzione e al gioco di George, Charlotte e Louis, pur rispettando gli elementi storici presenti. Parlando di inserimenti, poi, largo a zone riservate al lavoro e agli incontri istituzionali.