Emergenza sanitaria

La fascia di età più colpita è tra zero e quattro anni. Sale l’attenzione per la nuova mutazione, più contagiosa.




L’influenza ha già colpito 11mila veronesi


L’influenza ha già colpito 11mila veronesi




L’influenza ha già colpito 11mila veronesi


L’influenza ha già colpito 11mila veronesi

La stagione è partita forte, prima del previsto. Non ha ancora raggiunto l’apice ma nell’ultima settimana l’influenza ha fatto passi da gigante mettendo a letto altri 700mila italiani: ad oggi, in tutto, ne ha colpiti 4 milioni, 12,4 ogni 1.000. Significa, a casa nostra, 11mila veronesi.

Tanti di più che in passato, con il peggio che deve ancora arrivare. Anche se infatti il virus sta correndo più del previsto, confermano gli infettivologi, è ancora in piena fase crescente e il picco dei contagi dovrebbe arrivare tra Capodanno e la fine di gennaio. Il numero dei malati subirà un’impennata nel corso del prossimo mese, poi inizierà la fase discendente della curva.

I sintomi sono, bene o male, uguali per tutti: febbre improvvisa molto alta, tosse secca, mal di gola, testa che scoppia, dolori muscolari e articolari. Diversi giorni di malattia acuta e poi, via via, si torna a stare meglio.

Nuovo ceppo

Secondo il sistema di sorveglianza «RespiVirNet» dell’Istituto Superiore di Sanità a causare l’infezione quest’anno è il virus A/H3N2, uno di quelli già noti ma che negli ultimi tempi era circolato poco: è tornato violento nei mesi scorsi, con un ceppo nuovo, emerso nell’emisfero Sud. Proprio perché poco diffuso, una larga parte della popolazione – soprattutto i bambini – ne è suscettibile e si infetta più facilmente per la mancanza di anticorpi.

La sua nuova mutazione, la «K», è stata all’origine nei mesi scorsi dell’allungamento della stagione dell’influenza nel sud del pianeta: lì i contagi sono rimasti alti almeno per un mese in più del solito. 

«Sì, al momento anche in Italia stiamo registrando un aumento sostenuto di infezioni respiratorie», commenta la direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Anna Teresa Palamara, «e nelle prossime settimane è probabile che l’incidenza delle infezioni rimanga alta. Ricordiamo, proprio per sensibilizzare e prevenire, che è ancora possibile la vaccinazione dal momento che il virus circolerà ancora per diverse settimane. C’è ancora tempo quindi per tutelarsi. Oltre alla profilassi sono fondamentali anche altri misure: una rigorosa igiene delle mani, ad esempio, o il rispetto della cosiddetta “etichetta respiratoria“ cioè tossire in un fazzoletto o nell’incavo del braccio così come evitare luoghi chiusi e affollati in presenza di sintomi».

La diffusione

Ancora una volta la fascia di età più interessata è quella dei bambini al di sotto dei 4 anni, con un’incidenza tripla (38 su 1.000) rispetto alla popolazione generale. Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna sono al momento le regioni con più infezioni.

Gli studiosi mettono in guardia: «Data la velocità e le dimensioni dei focolai di virus K in Australia e Nuova Zelanda, sarà un inverno complicato anche per l’altra parte de mondo, l’emisfero Nord», affermano, invitando i paesi a «essere preparati per il possibile aumento di pressione sui sistemi sanitari». Ecco perché, è l’appello dell’Iss, per non appesamtire troppo il nostro Ssn, con corse al Pronto Soccorso, è opportuno vaccinarsi al più presto, «siamo ancora in zona Cesarini».

Le previsioni

I piccoli di casa sono gli incendiari della crescita dell’influenza in quest’ultima settimana. E sono proprio loro, prevedono gli esperti, ad essere la causa del picco che arriverà nelle prossime settimane. Alla riapertura delle scuole, dopo i baci e gli abbracci di Natale, è infatti attesa una progressione importante come numero di casi.

«Per questo, soprattutto per tutelare i più fragili, anziani, malati oncologici, cronici e immunodepressi», è l’invito pressante dei medici, «correre a vaccinarsi è la migliore via per evitare ricadute pericolose su cui, già colpito da patologie, con l’influenza rischia seriamente».

Mediamente ogni anno, in Italia, sono 8000 i decessi per influenza e per le sue complicanze.