Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, i carabinieri del comando provinciale di via Alfredo Guglielmi, all’alba di oggi, lunedì 15 dicembre, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso quel Tribunale, nei confronti di 24 persone gravemente indiziate a vario titolo di traffico, detenzione e spaccio di stupefacenti (di cui 19 in carcere e cinque agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico). 

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati 9 decreti di fissazione di interrogatorio preventivo nei confronti di altrettanti indagati, che dovranno rispondere degli stessi reati.

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Un 36enne il principale indagato

Il business illecito – monitorato da maggio 2024 ad aprile 2025 – è stato condotto da cittadini tra i 23 e i 61 anni di nazionalità italiana, albanese, georgiana e romena, attivi a Foggia, Rieti, Emilia Romagna e Basso Molise.

Il principale indiziato è un 36enne albanese con precedenti specifici, perno dell’attività di commercializzazione di sostanze stupefacenti nel capoluogo dauno, nonché motore propulsore di un ampio traffico di cocaina con base operativa a Foggia. 

Come funzionava il business della droga

Tramite canali di connazionali radicati nel Nord Italia, l’indagato avrebbe acquistato all’ingrosso lo stupefacente e lo avrebbe smerciato grazie alla complicità di validi e riservati collaboratori. La rete di spaccio avrebbe permesso di far confluire in provincia dai cinque ai dieci kg al mese di cocaina, acquistata a oltre 22 euro al grammo e rivenduta a un prezzo variabile a seconda dei quantitativi richiesti: tra i 30 e i 50 euro al grammo, generando profitti mensili stimati in circa 200mila euro. 

I depositi della droga

Gli indagati avrebbero beneficiato della disponibilità di depositi sorvegliati, dove lo stupefacente veniva stoccato e confezionato per la successiva consegna, avvenuta quasi sempre senza che la sostanza fosse tagliata. 

Elevata la qualità dello stupefacente, come è emerso in uno dei sequestri effettuati durante le indagini, relativo a 2 kg di cocaina provenienti dalla Bolivia: risultata pura al 96% dalle successive analisi di laboratorio dei Carabinieri.

Gli indagati del Parmense

I servizi di pedinamento e osservazione dei corrieri deputati a trasportarla dal Nord Italia fino a Foggia ha permesso di individuare sette indagati residenti nel Parmense, che avrebbero creato un’autonoma rete di spaccio con un giro d’affari di proporzioni ancora più ampie.

La droga trasportata nei pullman

Gli arrestati utilizzavano espedienti finalizzati ad eludere eventuali controlli. Tra questi spiccano l’occultamento della droga in auto fornite di doppi-fondi, l’utilizzo di criptofonini e il trasferimento dei proventi destinati in Albania con il ricorso ad autisti di pullman di linea e autotrasportatori compiacenti, come appurato a gennaio, quando i Carabinieri hanno sequestrato la somma di 40mila euro contanti consegnati presso una piazzola di sosta della Statale 16