“Erano almeno in sette. Hanno iniziato a colpirci a calci e pugni”. Il racconto è di Marco, nome di fantasia, che ha voluto raccontare quanto lui e il fratello minorenne hanno subìto nella discoteca Piper di via Tagliamento, nel quartiere Coppedè. Un brutale pestaggio sul quale stanno indagando i carabinieri che hanno ricevuto la denuncia, sia dalle vittime sia, successivamente, dai loro genitori, che invece puntano i fari sul mancato intervento del personale del locale.

Il caos in discoteca

Andiamo con ordine. Domenica 7 dicembre i due fratelli, uno di 20 e l’altro di 17 anni, erano andati a una serata che il locale aveva organizzato, dedicata agli under 18. Il Piper, a detta dei ragazzi, era gremito con circa 1500 giovanissimi e, al momento, non è chiaro quanto personale di sorveglianza ci fosse.

“A un certo punto della serata mi sono accorto di aver perso il ciondolo della mia collana”, racconta Marco, che si fa aiutare dal fratello. I due decidono di fare un ultimo tentativo in bagno. “Lì c’era un gruppo di ragazzi. Li avevo già incontrati all’interno del bagno a inizio serata. Ero disperato per la perdita del mio ciondolo, a cui ero molto legato, e ho aperto le porte dei singoli bagni con forza, fino a quando un paio di questi ragazzi mi hanno aggredito verbalmente dicendomi ‘non sbattere le porte’ e mentre lo dicevano mi si sono fatti sotto”. Marco spiega le sue ragioni, ma a quel punto il branco gli dice di andare fuori per risolvere la questione “facendomi capire che la loro volontà era quella di litigare”.

Il pestaggio nel bagno del locale

Gli animi si fanno tesi. In pochi istanti Marco e il fratello vengono aggrediti a calci e pugni nel bagno del locale. “A lui lo hanno colpito perché, vedendo la situazione, stava cercando di uscire per chiedere aiuto. Siamo stati aggrediti da circa sette persone, tre o quattro erano quelli all’interno del bagno e altri sono entrati in un secondo momento e hanno a loro volta iniziato a colpirci”.

Marco è quello che ha subito le conseguenze peggiori, con la rottura del setto nasale: “Sono stato colpito ripetutamente con calci e pugni in tutto il corpo, inoltre mi hanno preso per i capelli e spinto contro il lavandino. Mio fratello è stato colpito con calci e pugni in tutto il corpo ed entrambi siamo stati buttati per terra”.

“Ci hanno detto di non fare denuncia”

L’aggressione finisce perché il gruppo di ragazzi sente arrivare la sicurezza e si dilegua. “A quel punto noi veniamo soccorsi e ci portano nel magazzino dietro il bar per darci una mano. Lì veniamo raggiunti dal proprietario del locale e da un uomo che si identificava come agente in borghese. Il proprietario del locale mi ha rimproverato dicendomi che la serata era riservata soltanto agli under 18 e che pertanto io non potevo accedervi, mentre invece avevo comprato il biglietto e ho avuto accesso dall’ingresso del locale senza nessun controllo”.

Quindi l’accusa che il ragazzo ha messo anche nero su bianco nella sua denuncia: “Mi ha detto che era ‘sconsigliato’ fare denuncia di quanto accaduto perché a suo dire io ero ‘responsabile’ di essere andato, da maggiorenne, a una serata under 18 e ha anche invitato mio fratello a non fare denuncia, perché in cambio gli avrebbe regalato l’ingresso omaggio per un’altra serata”.

La mamma: “Non li hanno aiutati”

Una presa di posizione dura che ha sposato anche la mamma dei ragazzi, integrando la denuncia fatta dai giovani ai carabinieri con un’altra sua, denunciando il locale per omissione di soccorso: “Né alcun dipendente del locale, né il personale di sicurezza ha fatto uso dell’apposita cassetta medica per dare un primo soccorso ai miei figli. Inoltre, nonostante le loro condizioni di salute precarie, non vi è stata alcuna segnalazione di quanto successo”.

I precedenti

Non è la prima volta che nella storica discoteca di via Tagliamento accadono fatti di cronaca. Di recente il Piper, lo scorso 15 maggio, era stato chiuso temporaneamente dalla questura di Roma. La motivazione era riconducibile sempre a questioni di risse e aggressioni nel locale e nelle immediate vicinanze. Nelle risultanze investigative rese note in primavera, emergeva che la maggior parte dei “fatti commessi sembrano trovare origine nell’abuso di alcool da parte dei clienti stessi”, spiegava la questura.

Non solo. Andando a ritroso, la notte di Capodanno sarebbe stato spruzzato dello spray urticante all’interno del locale, il che avrebbe reso necessaria l’evacuazione in strada degli avventori. Prima ancora, a novembre del 2024, il locale fu chiuso temporaneamente per “evidenti criticità connesse all’ordine e alla sicurezza pubblica”, spiegava la questura di Roma.