di
Laura Martellini

Di lei Virzì ha detto «pariolina con una vena punk». Trentotto anni, Paratore è sceneggiatrice e autrice per il cinema, fra i suoi ultimi lavori «Finché notte non ci separi»

È la donna di cui Paolo Virzì ha spiegato in un’intervista al «Corriere della Sera»: «Vi confesso che non sono abituato a spifferare tanto della mia vita privata. Comunque, tra Susi (Susanna Paratore, ndr) e me c’è tenerezza e allegria. Ci siamo conosciuti in un momento complicato per entrambi: io con i miei problemi di padre legati alla separazione, lei incinta di un compagno che se n’era andato. Mi è stata subito molto simpatica, perché è spiritosissima e battutara, sembra quasi livornese. Invece è una pariolina atipica, sofisticata ma con una sua vena punk. Ho ritrovato con lei un po’ di spensieratezza, la voglia di disegnare, di suonare la chitarra e di mettere il naso fuori casa. Quest’estate abbiamo passato tutto agosto a Livorno, che lei inspiegabilmente adora come fosse casa sua, ed è stato indimenticabile: uscivamo al mare con la mia gabbianella, un barchino buono per raggiungere le secche della Meloria, dove pare di stare ai Caraibi».

L’amore per la scrittura

Sceneggiatrice, autrice, «casting director», Susanna, 38 anni, due figli, il più piccolo di appena due anni, la grande di 16 iscritta al liceo classico, è dunque romana doc, nata da una famiglia borghese dei Parioli – fra i nomi dell’albero genealogico il famoso latinista Ettore Paratore e suo figlio Emanuele, stimato geografo, entrambi docenti alla Sapienza – che però l’ha abituata fin dai primi anni all’impegno, a scuola e nel lavoro. Vacanze a Capalbio, come da copione, tanto che lo stesso Virzì ha raccontato del suo trovarsi immediatamente a suo agio nel mare di Livorno, città natale del regista. Dopo aver frequentato lo storico istituto Santa Giuliana Falconieri, nel cuore dei Parioli, si è formata nelle discipline che amava all’Istituto Marangoni, università privata di moda, arte e design, fondata a Milano nel 1935, una delle più antiche scuole di moda italiane. Studi duranti i quali è nata la passione per la scrittura, declinata sul versante della sceneggiatura, specialmente brillante. Fra i suoi ultimi lavori il film «Finché notti non ci separi», con Pilar Fogliati, Filippo Schicchitano, Valeria Bilello e Giorgio Tirabassi, con la produzione di Rodeo Drive, società costituita nel 1991 da Marco Poccioni e Marco Valsania, all’attivo più di cento film tra cinema, serie tv e documentari. Ha collaborato anche nel tempo con Banijay Italia, grosso produttore indipendente e distributore internazionale di contenuti, con Magnolia, con Dry Media Italia, con Endemol Shine Italy.  



















































La famiglia

Della sua storia privata ha detto in parte Virzì. Racconta Susanna a proposito di suo figlio di due anni, rivolgendosi all’amato nonno Renato: «Sei sempre la stella più brillarella che c’è. Jacopino è un nuovo arrivato, forse me lo hai mandato tu questo ragazzo gentile senza capelli, con gli occhi color mare e la faccia ridanciana come uno dei tuoi tanti disegni buffi. Carolina cresce sempre più magica e non si stacca un attimo da J, io mentre porto in saccoccia il coraggio e quell’esuberante gioia di vivere gentile che mi hai insegnato, ho finalmente il cuore sereno. Insomma nella confusione, ricordandoti, sempre ce la caviamo… Ah, evviva i pomodori col riso, il basilico, l’olio buono, le stradine di campagna, il vino bianco secco ghiaccio, la tua ecologia, i salti nelle pozzanghere, la macchina da scrivere sgangherata, Stanlio e Ollio, Fenoglio, la resistenza, l’automobile sfasciata basta che funzioni, i calzoni per lavorare in campagna, la penna e il foglio bianco come beni di prima necessità, le mani nella terra, le tue storie, la tua comoda poltrona e la macchinetta della pressione. Ciao Signor nonno Renato mio così tanto simile che più simile non si può. Ti amo». Della grande e blasonata famiglia fanno parte il fratello noto golfista, che dal nonno Renato ha preso il nome, oggi residente a Dubai e vincitore di numerosi trofei, e non ultimo un cagnolone chiamato in modo curioso, Ciccio Ludovico, che compare in uno dei gustosi autoritratti disegnati al guinzaglio, su sfondo boschivo. Susanna ha nella sacca il suo neonato e indossa un gonnellone di stile hippy. Forse la «vena punk» che Virzì, regista raffinato e sensibile, non avrà faticato a scoprire nella sceneggiatrice. 


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15 dicembre 2025 ( modifica il 15 dicembre 2025 | 20:16)