di
Dimitri Canello
Sabato invivibile sul tracciato del Dolomiti Superski: lunghe attese per scendere con la seggiovia. Il rappresentante degli impianti a fune: «Speriamo nel freddo per Natale». Piste a mezzo servizio in diverse località
Sabato di caos sulla Marmolada per l’improvvisa affluenza di sciatori in massa nel giorno di apertura di una delle piste più iconiche del circuito Dolomiti Superski dove, a Punta Rocca, c’è la pista più lunga d’Europa (12 chilometri). Contro le previsioni dei gestori, il 13 dicembre l’utenza ha preferito questa opzione al Sellaronda, ma la società che gestisce gli impianti ha dovuto chiudere per mancanza di neve e per le alte temperature la pista per il ritorno ad Arabba e la seggiovia che prevede sei posti per la salita. Il fatto che ce ne fossero solo tre per il rientro ha creato lunghe code, proteste e anche purtroppo spintoni e liti per il rientro. Sui social girano video degli sciatori inferociti per la calca e i lunghi tempi d’attesa.
«Tratto chiuso per scarsità di neve»
«Il tratto è stato chiuso per scarsità di neve – rileva Marco Grigoletto, presidente regionale Anef, l’associzione degli impianti a fune – è un tratto di roccia e lo abbiamo fatto precauzionalmente. Scontiamo l’impossibilità di avere neve naturale, ma soprattutto di poterne programmare perché fino ad oggi abbiamo potuto contare su mezza dozzina di giornate con lo zero termico alle nostre quote. Di neve ce n’è poca e le temperature sono molto alte in quota e questo ci rende la vita molto difficile. Per fortuna i problemi sono stati soltanto sabato, mentre domenica e lunedì le cose sono notevolmente migliorate sotto tutti i punti di vista». Tutti gli occhi sono puntati sulla possibile retrogressione fredda che alcuni modelli cominciano a intravedere nel periodo di Natale: «Speriamo che le perturbazioni in arrivo oggi – prosegue Grigoletto – ci pongano nella condizione di dare copertura alle tante piste ancora scoperte. Ma la vera speranza è in un cambio di circolazione a ridosso di Natale, che ci permetterebbe di respirare finalmente per la gestione di tutte le piste».
La situazione delle altre piste
Nel comprensorio di Cortina si naviga a vista: al momento sono operativi soltanto 14 impianti sui 34 complessivi e appena 30 piste sulle 120 disponibili. Il quadro è decisamente più incoraggiante tra Arabba e Marmolada, dove risultano attivi 21 impianti su 25 e ben 42 piste su 60. Situazione intermedia tra Falcade e San Pellegrino: qui funzionano 21 impianti su 23, ma le piste aperte sono meno della metà, 43 su 100. Ancora più contenuta l’offerta nell’area del Civetta e della Val di Zoldo, dove è in funzione circa metà delle strutture, 11 su 22, e solo 23 piste su 72 risultano sciabili. A pesare è soprattutto la gestione dell’innevamento programmato, visto che non tutti i comprensori riescono a sostenere questa situazione. Le condizioni ideali per produrre neve artificiale si registrano con temperature attorno ai -7 gradi: in questo scenario, un metro cubo d’acqua consente di ottenere fino a due metri e mezzo di neve. Quando invece il termometro si avvicina allo zero, la resa crolla drasticamente e diventa già un risultato riuscire a trasformare un metro cubo d’acqua in un metro cubo di neve.
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15 dicembre 2025
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