Opere rimaste a lungo nei depositi, custodite ma lontane dallo sguardo del pubblico, tornano finalmente visibili e raccontano una storia di generosità, memoria e identità collettiva. Il museo San Domenico accende i riflettori su questo patrimonio nascosto con ‘In bella mostra – Doni d’arte alle collezioni civiche’, che verrà inaugurata sabato 20 dicembre alle 11.

L’esposizione, curata da Oriana Orsi (storica dell’arte e conservatrice di Imola Musei), resterà aperta fino al 15 marzo 2026. E riunisce circa quaranta opere entrate nelle collezioni civiche negli ultimi anni grazie a donazioni dirette e lasciti testamentari. Un insieme eterogeneo che restituisce la ricchezza delle raccolte private: dai piatti rinascimentali ai dipinti ottocenteschi, dalle incisioni e dai disegni del Novecento fino all’arte contemporanea. Tra i nomi presenti figurano Tommaso Della Volpe, Ercole Drei, Pietro Melandri, Antonio Ciseri, Lanfranco Quadrio e molti altri.

“Un gesto di riconoscenza verso tutti coloro che, con generosità e fiducia, hanno deciso di donare le proprie opere alla città – sottolinea l’assessore alla Cultura, Giacomo Gambi –. Ogni donazione è un atto di cura verso la memoria collettiva e arricchisce in modo prezioso il patrimonio di Imola Musei e, quindi, della città”.

Come spiega Orsi, sono esposte in massima parte opere di artisti romagnoli, tutte di alta qualità, “ma non mancano alcuni nomi di artisti meno presenti nelle nostre collezioni, come il lombardo Antonio Ciseri, il ritrattista fiorentino Valentino Valentini mentre la vicina Bologna è ben rappresentata da Norma Mascellani, Paolo Manaresi e un sontuoso centrotavola in ceramica della manifattura Minghetti”. Nelle parole di Diego Galizzi, direttore di Imola Musei, lo stratificarsi di questi generosi atti di donazione “è un segnale importante che testimonia la vitalità dei musei e il loro legame con gli imolesi”.