di
Simone Bianco

Il giovane, di 19 anni, abitava a Casnigo. La caduta nella notte fra sabato e ieri da un lucernaio a 5 metri da terra nell’ex Italcementi, mentre faceva «urban exploration»

«Ho scoperto di questa passione di mio figlio solo questa mattina». Il papà di Daniel Camera Garcia ha gli occhi gonfi di pianto, ma li spalanca ripensando a quello che è successo al suo ragazzo. Nella notte tra sabato e ieri il 19enne è finito dentro un lucernario nell’ex fabbrica Italcementi ad Alzano Lombardo, è caduto per 5 metri ed è morto sul colpo. Fabio Camera è davanti alla porta di casa, dove vive la famiglia a Casnigo, paesino della Val Seriana, ma è stato trascinato in un’altra lontanissima realtà di cui non si capacita: «Mi ha salutato ed è uscito per andare a cena con gli amici nati nel 2006 come lui. Niente di più». E invece poi la cena con gli amici del paese è proseguita con questo giro nella notte a caccia di foto suggestive.

L’hashtag da cercare sui social è «urbex», cioè urban exploration, si va a caccia di luoghi abbandonati da cui trarre immagini buone per i social. E l’ex fabbrica appena fuori dal centro di Alzano, tra le prime della storia di un colosso industriale come Italcementi, è una meta perfetta per questo tipo di avventure. Solo che il grande cementificio di fine ‘800 in abbandono nasconde pure pericoli molto seri. Una volta dentro si scoprono sacchi a pelo abbandonati, graffiti. Chi abita lì vicino ha anche assistito in questi anni a incredibili arrampicate sulle ciminiere per scattarsi una foto. «A volte mi metto a gridare dal balcone di casa, la gente fa cose incredibili per un’immagine da postare», racconta Bruno Valsecchi che da 13 anni vive letteralmente a due metri dall’area dismessa.



















































Fuori dai social, dentro la realtà, Daniel forse stava «solo» camminando sul tetto e non ha visto l’apertura che gli è costata la vita. I carabinieri, coordinati dal pm Emanuele Marchisio della Procura di Bergamo hanno verificato anche le chat sui telefoni di chi era con il ragazzo — dalle quali risulterebbero altri appuntamenti per simili esplorazioni —, ma gli amici hanno dato subito l’allarme e l’area era ben recintata. Non sono stati aperti perciò fascicoli d’indagine.

Amici e vicini passano e salutano i Camera-Garcia. La famiglia si era formata in Colombia, dall’incontro tra il papà di Daniel, in Sudamerica per un gruppo industriale bergamasco, e la mamma Anna. Lì era nato il ragazzo, che poi si era trasferito con tutta la famiglia in Valseriana ai tempi delle scuole medie. In paese, a Casnigo, tanti conoscono anche il fratellino di 11 anni. Daniel era un ragazzo socievole. «Si era diplomato a giugno — racconta il padre — e da un mese lavorava in una ditta della zona. Si trovava bene, era tranquillo». E tranquillo era sembrato il gruppo di amici anche ai ristoratori che li avevano avuti a cena sabato sera nel paese accanto, Gandino. «Una tavolata in cui nessuno aveva esagerato con l’alcol», precisano. Però proprio in quel momento sarebbe nata l’idea: «Facciamo urbex». Alzano e l’ex cementificio, con le strade sgombre di mezzanotte, distano pochi minuti. Poi, una volta scavalcate le recinzioni, un’altra manciata di minuti fino alla caduta che ha lasciato addosso a una famiglia e a tutta la valle una grande tristezza.


Vai a tutte le notizie di Bergamo

Iscriviti alla newsletter di Corriere Bergamo

15 dicembre 2025 ( modifica il 15 dicembre 2025 | 15:53)