Nel nome di White… Jack White! L’universo creativo dell'arcivescovo degli outsider

Nel nome di White… Jack White! L’universo creativo dell’arcivescovo degli outsider
di Umberto Poli [user #65904] – pubblicato il 03 agosto 2025 ore 10:11


Parlare di Jack White equivale, come logico, a parlare di rock – certamente – ma anche di innovazione, chitarre, idee, business, futuro. Dai White Stripes alla Third Man Records alle infinite collaborazioni passando per una carriera solista in perfetto equilibrio con gli umori, i guizzi creativi, l’imprevedibile (ed imprendibile) versatilità del personaggio. Oggi più che mai.

Dear friend, if you wanna feel better

Don’t let the devil make you toss this letter

If you’ve been crossed up by hoodoo voodoo

A wizard or the lizard…

 



Può un videoclip, soprattutto se pubblicato a distanza di mesi, creare così tanto scalpore da ravvivare l’interesse di pubblico e critica sia nei confronti del suo autore sia verso l’opera discografica da cui proviene? Può, eccome. John Anthony Gillis, aka Jack White, e la sua Archbishop Harold Holmes ne sono la testimonianza. La traccia, al numero cinque nella scaletta di No Name, ultimo disco in studio del chitarrista, ha visto la luce il 19 luglio dello scorso anno. Attraverso un’intelligente campagna di marketing, il vulcanico perfomer americano aveva fatto uscire a sorpresa il suo nuovo lavoro, incentivandone la proliferazione in rete, il download gratuito, il passaparola.

Delle varie canzoni che compongono l’album, che ha subito suscitato tra gli appassionati reazioni entusiastiche arrivando ad essere equiparato ai migliori risultati targati White Stripes – Archbishop Harold Holmes già all’epoca della sua uscita si distingueva come uno degli “highlights” di una setlist già di per sè efficace, sporca, ben riuscita. L’unione di musica e immagini ha poi fatto il resto, cucendo attorno a No Name, a White e, com’è giusto che sia, al singolo stesso – uno straordinario hype. Gli ingredienti del brano sono gli stessi di sempre, non solo di Jack White ma dell’intera generazione di artisti (blues, etc.) cui lui si aspira e sulle spalle dei quali ha saputo, con destrezza e originalità, edificare la propria pluridecorata carriera. Ingresso in levare, stacchi, ruvidi power chords, una voce che è rock e rap al tempo stesso, un ritornello strumentale ossessivamente ripetitivo e un testo in grado di convertire qualsivoglia miscredente agli dei del rock:


 

I realize that you have tried and tried

And are just about ready to give up

But I got good news for you

God has spoken to my mind and told me to

Tell you to get moving in the right direction for a change

I’m gonna put you in the fast lane!




La regia di Gilbert Trjo e la superlativa interpretazione di un John C. Reilly in stato di grazia sono, musica a parte, la ciliegina sulla torta dell’intera operazione. Oltre al noto attore, volto amatissimo dagli estimatori del cinema indipendente e icona di film come Magnolia (1999), Carnage (2011), Il racconto dei racconti (2015) e I Fratelli Sisters (2018), il videoclip riunisce un cast d’eccezione, che comprende – tra gli altri – Sami Perez dei Cherry Glazerr, Staz Lindes delle Paranoyds, Misha Lindes dei SadGirl, Arrow de Wilde degli Starcrawler.
Dal punto di vista tecnico, lo sanno bene gli amanti delle sei corde, merito di questo successo è anche da attribuire alla cura e alla ricerca che contraddistinguono il playing di Jack White in sala d’incisione, dal vivo, in ogni dove e in ogni contesto. È dunque un piacere doppio poter godere, grazie ad internet, delle tante versioni dal vivo di Archbishop Harold Holmes suonate con grinta da vendere ed uno strumento rivoluzionario – proprio grazie alle intuizioni del nostro – come la Fender Telecaster TripleCaster Jack White.

Nel nome di White… Jack White! L’universo creativo dell'arcivescovo degli outsider

Con il suo inconfondibile abbinamento di colori (dal nero, al blu, al giallo… ce n’è davvero per tutti i gusti), il manico in acero a 22 tasti, i suoi pickup (humbucker CuNiFe Wide Range al manico, un JW-90 in posizione centrale e un humbucker custom Jack White al ponte) e la possibilità di disporre in maniera assolutamente unica di una variegata paletta timbrica, lo strumento si configura non soltanto come fra i più “estremi” mai apparsi nell’intero catalogo Fender ma come una macchina trita-riff che non teme rivali. Per chiunque volesse aggiungere ancora un po’ di calore a quest’estate a dir poco bollente… una buona dose di Jack White potrebbe rappresentare la perfetta miccia esplosiva!



And if you are suffering a strange sickness, ah

Or someone is blocking up all of your success, ah

You need to see me right away so I can fix this, ah

Signed, sincerely yours in faith, love, and peace

Your friend, Archbishop Harold Holmes

 



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