di
Renato Franco

Il delitto dopo una lite. Trump: il regista è morto per la sua ossessione contro di me

Un finale horror come solo a Hollywood sanno immaginare. Sgozzati dal figlio al termine di una lite nella loro villa di Brentwood, a Los Angeles. La carriera del regista Rob Reiner (78 anni) e di sua moglie Michele Singer (68) si è conclusa con un epilogo tragico. Ma sono bastate poche ore in una giornata convulsa e drammatica, commovente e disperata, a fare luce su uno dei gialli più brevi nella storia della cronaca nera. Le indagini si sono subito concentrate sul figlio Nick (32 anni) che è stato arrestato e formalmente incriminato di omicidio.

La tragedia è venuta alla luce nella notte italiana fra domenica e lunedì quando la figlia più piccola (la 28enne Romy) ha scoperto i corpi senza vita dei genitori e ha immediatamente contattato la polizia. La ragazza — sconvolta, si è trovata di fronte i due cadaveri in una pozza di sangue, entrambi con profonde ferite da taglio alla gola — avrebbe indicato il fratello Nick come potenziale responsabile, definendolo «pericoloso» e le indagini — al di là del primo inevitabile riserbo — si sono subito indirizzate su di lui. Se le ragioni profonde sono sempre da ricercare nel buio dell’anima, il motivo scatenante sarebbe stata una lite degenerata in modo drammatico. 



















































Rob, la moglie Michele e il figlio Nick avevano partecipato sabato alla festa di Natale del comico Conan O’Brien e già in quell’occasione padre e figlio avrebbero avuto un acceso litigio, tanto da lasciare il party perché la situazione era diventata insostenibile e imbarazzante. Il motivo era sempre lo stesso, e si trascinava da anni: problemi di dipendenza (alcol e droga) e instabilità psichica, un rapporto turbolento, le dinamiche complesse e uguali a ogni latitudine di una famiglia più che abbiente dove i soldi non bastano a cucire i rapporti strappati, dove i desideri tossici sono labirinti senza uscita. I due genitori non sapevano più che fare: «Abbiamo provato tutto», dicevano agli amici.

Domenica la loro villa si presentava come la scena del crimine di un film, con polizia e vigili del fuoco sul luogo del delitto, le transenne e le strade chiuse, l’area isolata, le prime indiscrezioni, che avevano portato subito a Nick. Non solo per il «suggerimento» della sorella, ma anche per la porta della villa che non presentava segni di effrazione, dunque il sospettato era qualcuno che era in casa o aveva le chiavi. E poi i corpi martoriati, la violenza cieca, la furia irrazionale, classico segnale di un delitto d’impeto, spesso commesso da chi ha una stretta relazione con la vittima, come insegnano i polizieschi fatti bene. Tragica fine di un amore cominciato nel 1989 quando Rob Reiner aveva conosciuto la fotografa Michele Singer sul set di Harry, ti presento Sally…, un incontro che non solo influenzò la sua decisione di cambiare il finale del film, ma portò anche a un matrimonio (il secondo del regista) e tre figli: Jake, Nick e Romy.

Dopo la morte di Gene Hackman e di sua moglie Betsy Arakawa, trovati parzialmente mummificati lo scorso febbraio nella loro villa, un’altra duplice morte colpisce Hollywood. Il mondo del cinema è stupito e attonito: da Ben Stiller («che perdita enorme, era uno dei miei registi preferiti») a Ron Howard («le nostre vite si sono incrociate da quando Rob ha scritto la sceneggiatura pilota di Happy Days»), da Stephen King («sono inorridito e addolorato») a John Cusack («sono scioccato dalla morte di un grande uomo»). 

Al solito l’unico che non riesce anche in un momento così a mostrare un po’ di umana empatia è Donald Trump, l’uomo più potente del mondo che anche dall’alto della sua posizione non rinuncia a spargere quel veleno di cui poi si lamenta, sostenendo che Reiner, noto per le sue posizioni da attivista democratico, «è venuto a mancare a causa della rabbia che ha suscitato in altre persone attraverso una malattia nota come sindrome da squilibrio associato a Donald Trump. Era noto per avere portato le persone alla pazzia con la sua ossessione per il presidente Trump, e la sua paranoia ha raggiunto nuove vette mentre l’amministrazione ha superato tutte le aspettative: che possano riposare in pace». Necrologio peggiore non poteva immaginare.

16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 07:28)