di
Roberta Polese

La docente di Patologia generale all’università di Padova sulla nuova selezione: «Burioni? La pensa come me. La politica ammetta il fallimento»

Un post su Instagram per chiedere scusa: «Alle studentesse, agli studenti e alle loro famiglie, per una farsa che è stata lesiva sul piano emotivo ed economico». A parlare del nuovo sistema di sbarramento dopo il semestre filtro, che ha dato esiti fallimentari qualche giorno fa soprattutto per lo scoglio delle prove di Fisica, è la professoressa Antonella Viola, docente di patologia generale all’università di Padova. Lunedì il post della docente ha aperto anche alla riflessione sulle nuove modalità di apprendimento dei ragazzi, che non passa più attraverso lo scoglio della memoria, che le generazioni precedenti allenavano tenacemente. «Oggi la memoria è esternalizzata, questo non rende le persone più stupide, le rende diverse». Viola infine chiede alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini di ammettere il proprio fallimento, che del resto era ampiamente previsto.

Professoressa, lei sapeva che sarebbe finita così?
«Sì, in tanti lo immaginavamo, questo test è del tutto inadeguato a valutare i ragazzi che vogliono entrare a medicina, se si era deciso che le modalità di accesso che c’erano fino all’anno scorso non andavano bene, dovrebbero spiegarci come questo nuovo test abbia cambiato le cose, il punto è che non è cambiato nulla, abbiamo solo contributi a creare, una volta in più un clima di ansia, competizione e precariato, pessimi modi per entrare nel mondo della medicina».



















































Nel suo post lei dice che i ragazzi oggi studiano in modo diverso, che faticano a decodificare testi lunghi e articolati e allenano poco la memoria, si può insegnare ancora medicina tenendo conto di queste differenze?
«Io non sono una pedagogista ma una docente, la mia esperienza diretta è che quando vedo uno studente o una studentessa in difficoltà perchè non ricorda qualcosa, riesco a capire se ha compreso l’argomento introducendo un ragionamento: se la persona che ho davanti ha studiato il risultato si vede subito, e le risposte arrivano, certo mi rendo conto che non si può fare un test orale a tutti i candidati che vogliono entrare a medicina, ma credo che una team di pedagogisti dovrebbe essere in grado di predisporre un piano di apprendimento per gli studenti di oggi».

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Il professor Burioni è stato molto duro con i ragazzi, ha detto che il test era facile, e che i ragazzi dovrebbero studiare di più, lei invece si scusa…
«Il professor Burioni è una persona competente e preparata, ha usato parole dure ma sono certa che alla luce dei fatti non può che convenire con me su un punto incontrovertibile: un fallimento di questo tipo non si spiega con un improbabile “non hanno studiato”, non è colpa loro, siamo noi che dobbiamo prendere atto di una realtà che cambia, le modalità sono diverse: i ragazzi oggi non studiano più sui libri, studiano sugli appunti dei professori sui quali per forza di cose c’è un linguaggio semplificato».

E poi c’è l’intelligenza artificiale…
«Uno studio recente dimostra che l’intelligenza artificiale sottrae al cervello tre funzioni: la memoria, l’elaborazione della complessità e la scelta, noi dobbiamo predisporre dei programmi che siano in contrasto con questi automatismi che sviluppino il ragionamento, l’apprendimento non è la mia materia ma sono sicura che la pedagogia potrebbe aiutarci a trovare una strada nuova».

Lei nel suo post dice che vede gli studenti faticare e studiare, come sono i suoi allievi?
«Ho molto rispetto per loro, sono massacrati da ore di studio, fanno lezione dalla mattina presto alla sera tardi, a volte escono dall’università alle 19 per ricominciare la mattina dopo, quando ero una studentessa universitaria io avevo almeno mezza giornata per studiare, ora sono massacrati, vedo la fatica e il sacrificio che fanno, per questo sento che dobbiamo loro delle scuse».

Questo semestre filtro, che poi non è un semestre ma è di fatto un bimestre, ha deluso le aspettative di tutti, che si fa ora?
«Io toglierei il numero chiuso per dare l’accesso a tutti, ma c’è il problema dell’assenza di aule e docenti, e l’imbuto delle specializzazioni, si può e deve trovare un modo nuovo e diverso per l’accesso alla professione, il semestre filtro non funziona, la politica deve ammettere il fallimento».


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16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 08:38)