di
Maria Volpe

Nick Reiner, 32 anni, è il secondo figlio del regista Rob Reiner e della sua seconda moglie Michele Singer

Una vita difficile quella di Nick Reiner, 32 anni, primogenito della coppia Rob Reiner e Michele Singer. Madre e padre belli, ricchi e famosi. E lui, Nick, arrestato e accusato formalmente dell’assassinio dei genitori.
Lui, tossicodipendente dall’età di 15 anni. Lo aveva raccontato più volte nelle interviste: una lotta dura e spesso inefficace per cercare di liberarsi da quella dipendenza. Entrava e usciva dalle cliniche di recupero, circa 17 volte.

Anni bui per il giovane Nick che ha vissuto come senzatetto, spostandosi tra  vari Stati americani. E quelle notti gelide, fatte di solitudine ed espedienti gli sono rimaste dentro. Il giovane si era rifiutato di seguire i percorsi di riabilitazione proposti dai genitori. Loro lo avevano supplicato di curarsi, ma lui non ne voleva sapere. E così lasciò la famiglia. Nick aveva deciso di raccontare questa drammatica esperienza nel film semi-autobiografico Being Charlie, firmato dal papà.



















































Dunque sul grande schermo c’è tutta la sua storia di diciottenne tossicodipendente e ribelle che dopo essere fuggito da una clinica di riabilitazione viene costretto dal padre ad entrare in un centro per adulti, nel quale si innamora di Eva, una ragazza fragile. Charlie-Nick cerca di affrontare le proprie dipendenze, gli attriti con la famiglia, i sentimenti per Eva e l’invidia per l’amico Adam, cercando di riprendere in mano la propria vita. Secondo la famiglia, la dinamica del film rispecchiava quella nella vita reale tra Rob Reiner e il figlio Nick. I due non sono andati d’accordo per anni, ma poi proprio quel film li riavvicinò molto. Fu una vera svolta. Rob capì che Nick aveva lottato per anni contro se stesso e non riusciva ad essere felice. Tanto che lui e la moglie Michele si sono sentiti in colpa, per molto tempo, per non averlo capito.

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Durante la promozione del film, Nick aveva ammesso quanto fosse stato vicino a perdere la vita: «Quando sei là fuori, puoi morire in qualsiasi momento. È una questione di fortuna, lanci i dadi e speri che vada bene». Aveva anche raccontato di aver conosciuto persone lontanissime dal suo ambiente di origine e di essere riuscito, con il tempo, a rientrare a Los Angeles e a riavvicinarsi alla famiglia, dopo anni segnati da un profondo buio.
In quel periodo Nick aveva parlato apertamente anche del rapporto complesso con il padre. Da bambino, aveva spiegato, non erano particolarmente legati: interessi diversi, passioni opposte. Ma poi, vedere il padre Rob dirigere un film basato sulla propria storia, aveva cambiato molte cose.

15 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 11:33)