Il rischio sismico in Italia colpisce migliaia di edifici ogni anno, con Lombardia, Piemonte e Sicilia tra le regioni più vulnerabili. La VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica ha messo in luce la necessità di combinare prevenzione sismica ed efficienza energetica. Con il recepimento della Direttiva Green (EPBD IV), il Paese è chiamato a una trasformazione profonda del patrimonio edilizio, in cui architetti e ingegneri assumono un ruolo strategico. Architetti e ingegneri sono chiamati a progettare soluzioni integrate, fondamentali per la sicurezza e la sostenibilità del patrimonio edilizio. Ne parla Andrea De Maio, Presidente della Fondazione Inarcassa.

Presidente De Maio, quale ruolo giocano oggi i professionisti nella prevenzione del rischio sismico?
«Il ruolo di architetti e ingegneri è oggi più centrale che mai. Il recepimento della Direttiva Green rappresenta un passaggio chiave non solo per l’efficientamento energetico, ma anche per la sicurezza del nostro patrimonio edilizio. I professionisti devono guidare una trasformazione complessa, che richiede competenze tecniche avanzate e una visione integrata degli interventi. L’Italia vive un’esigenza duplice e urgente: migliorare le prestazioni energetiche e ridurre il rischio sismico. Senza il contributo dei tecnici, questa doppia sfida non può essere affrontata in modo efficace».

In che modo è possibile integrare prevenzione sismica e riqualificazione energetica?
«La Direttiva EPBD IV indica chiaramente che le ristrutturazioni importanti devono considerare anche il rischio sismico. È una novità significativa: per la prima volta una norma europea riconosce la necessità, tipica dell’Italia, dei Balcani e di alcuni Paesi mediterranei, di coniugare efficienza energetica e sicurezza strutturale. In un territorio esposto a frequenti eventi sismici di media-alta intensità, intervenire solo sul piano energetico, tralasciando il pur necessario intervento in sicurezza sismica, significa che quei beni esposti a rischio aumentano il loro valore, ma per perderlo. Quindi questa opportunità va colta e non sprecata.
L’esperienza del Superbonus ci ha insegnato che, quando questa integrazione non è prevista in modo esplicito, il sistema privilegia gli interventi energetici e penalizza quelli antisismici. Un approccio integrato consente invece di massimizzare i benefici, ridurre i costi futuri e aumentare la resilienza degli edifici. È una scelta tecnica, economica e culturale».

Che contributo concreto possono dare architetti e ingegneri?
«Prima di tutto, la loro conoscenza del territorio. L’Italia presenta livelli di rischio sismico diversi, e le norme devono tenerne conto. Nell’edizione della GNPS del 2024, uno studio sui costi diretti e indiretti di tre terremoti che hanno colpito il Paese ha evidenziato che le ricadute, non solo in termini di vite umane, sono sul tessuto economico, sul PIL futuro, sulla demografia, sullo spopolamento dell’area. Per questo abbiamo rivolto un appello alla politica: servono norme calibrate sul contesto e, dove necessario, l’obbligo di interventi integrati. È poi indispensabile una pianificazione pluriennale con priorità chiare. La prevenzione programmata genera risparmi enormi e i professionisti possono trasformare questa visione in realtà: progettando interventi integrati, diffondendo la cultura della sicurezza, accompagnando cittadini e istituzioni nella comprensione dei benefici».

In che modo la Fondazione Inarcassa sta sostenendo i professionisti in questa fase di cambiamento?
«Il nostro ruolo è di supporto e stimolo. Già nelle scorse edizioni della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica abbiamo dimostrato che la prevenzione non è un costo, ma un investimento. Oggi ampliamo questo messaggio alla luce della Direttiva Green. Abbiamo chiesto alla politica norme basate sul rischio reale, la previsione di interventi, quando necessari, e una pianificazione strategica sul patrimonio. Parallelamente stiamo costruendo un piano formativo dedicato e opportunità di confronto tecnico affinché i professionisti interpretino e applichino correttamente la normativa. L’obiettivo è mettere architetti e ingegneri nelle condizioni di diventare protagonisti della trasformazione del patrimonio edilizio».

Autore

Redazione