Scendiamo le scale e arriviamo al cuore di Roma, sotto la pelle dell’asfalto. E poi varchiamo la soglia di un appartamento: un seminterrato frutto della stratificazione urbana, che restituisce alla Capitale numerosi luoghi nei quali la luce del sole fatica ad accendere gli ambienti. Davanti a una ristrutturazione da fare, o per meglio dire una sfida, l’architetto Giuseppe Maria Geno ha ripensato all’abitare romano e ha realizzato un ambiente omogeneo come se la vita fosse (anche) un rituale sensoriale. L’idea è arrivata riavvolgendo il nastro della Storia. Le terme romane e il concetto di otium sono stati i primi due punti di partenza per disegnare un progetto che rilegge oggi, in chiave contemporanea, le inclinazioni domestiche dell’antichità.
Dario Borruto
Dario Borruto
L’intervento è iniziato cambiando prospettiva. Se la qualità seminterrata è spesso percepita come un vincolo, in questo caso è diventata una risorsa. L’intero progetto, ribattezzato Thermae, si articola allora intorno a un unico elemento che non si interrompe mai: il pavimento in cocciopesto, che si districa in tutto l’appartamento dando forma a una passeggiata apparentemente senza fine. Ci sono delle variazioni di quota, sì, che aiutano a disegnare un percorso fluido che nega le difficoltà delle divisioni verticali. “Ogni dislivello suggerisce un uso, un tempo, un’attitudine”, racconta l’architetto. In questa prospettiva coerente e avvolgente, il materiale diventa il corpo di una casa monomaterica dal forte impatto visivo, realizzando una dimensione storica dal linguaggio contemporaneo.
Dario Borruto
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Qui, la luce naturale è misurata. Raggiunge gli spazi timidamente, riflettendo sulle superfici e restituendo un’atmosfera che sembra essere sospesa. Abitare Thermae, significa prendere una pausa dal tempo e, perché no, dedicarsi (di più) al benessere. Il bagno, infatti, è dichiaratamente ispirato a una spa contemporanea. Il pavimento, che non conosce interruzioni, diventa una vasca da bagno dove l’acqua conquista una forma. L’appartamento tradisce la logica distributiva tradizionale degli ambienti serviti e servienti, abbracciando un nuovo modo di vivere la dimensione domestica. Una casa “più lenta, fluida, immersiva”, conclude l’architetto.
Dario Borruto
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Alessia Musillo è Head of Content di Elledecor.it e Marie Claire Maison Italia digital. Laureata all’Università Statale di Milano con una tesi custodita presso la Fondazione Treccani di Milano, ha studiato anche Modern Languages presso la University of Strathclyde a Glasgow (UK) e Semiotics presso la University of Tartu (Estonia). Dopo aver collaborato con diverse testate giornalistiche, oggi trasforma l’attualità in racconti scrivendo di città, design e cultura pop per il sito web di Elle Decor Italia. Potete seguirla su Instagram (@alessia__musillo) o leggendo Elledecor.it. I suoi articoli sono viaggi sulle tracce dell’abitare contemporaneo. Il suo mezzo? La parola.