di
Valentina Iorio

Lo stop totale alla produzione di nuove auto a benzina e diesel dal 2035 viene sostituito da un approccio più flessibile. Il presidente di Confindustria, Orsini: «Troppo poco»

Sullo stop alle auto diesel e benzina dal 2035 l’Unione europea fa retromarcia. Dal 2035 in poi, le case automobilistiche dovranno rispettare un obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni allo scarico, mentre il restante 10% dovrà essere compensato attraverso l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell’Unione o da combustibili elettrici e biocarburanti (cui tiene in modo particolare l’Italia).  Il che significa che i veicoli ibridi plug-in, i veicoli con «range extender» (il motore a benzina agisce solo come generatore per produrre corrente per il motore elettrico),i veicoli «mild hybrid» e quelli con motore a combustione avranno un ruolo anche dopo il 2035. 

Un approccio più «flessibile»

Lo stop totale alla produzione di nuove auto a benzina e diesel dal 2035, che era stato inizialmente previsto, viene quindi sostituito da un approccio più flessibile. Un approccio che va nella direzione auspicata dai produttori e da molti Stati membri, a partire dall’Italia. «L’elettrificazione del parco veicoli rimane il principale motore della trasformazione della flotta europea nei prossimi 10 anni. L’Ue non sta mettendo in discussione il suo obiettivo climatico: l’Europa conferma il suo obiettivo di decarbonizzazione al 100% entro il 2035 per le flotte nuove», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue, Stéphane Séjourné, presentando in conferenza stampa il nuovo pacchetto Ue per l’automotive. «Le flessibilità che introduciamo non mettono in discussione tale obiettivo. Tutte le potenziali emissioni supplementari generate da tali flessibilità dovranno essere pienamente compensate a monte». Un recepimento della «flessibilità» piaciuto soprattutto a Germania e Italia, che da mesi chiedono un cambio di passo nella regolamentazione nel settore automobilistico. «Maggiore apertura tecnologica e maggiore flessibilità sono passi nella giusta direzione, per conciliare meglio obiettivi climatici, realtà di mercato, imprese e posti di
lavoro», ha affermato in una nota il cancelliere tedesco, Friedrich Merz.



















































Urso: rotto il muto dell’ideologia. Orsini: troppo poco

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro delle Imprese e del Made
in Italy, Adolfo Urso: «La proposta annunciata dalla Commissione europea è un primo passo nella giusta direzione che noi per primi abbiamo indicato. Una breccia nel muro dell’ideologia, con il riconoscimento dei principi della
neutralità tecnologica e del Made in Europe, anche a tutela delle imprese della componentistica. Ma ora il muro va abbattuto». «Troppo poco, troppo poco», è però il commento del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. «Con le mezze svolte, con le mezze curve facciamo gli incidenti. Io sono un europeista convinto, ma così restiamo nell’incertezza».

Cosa cambia per veicoli pesanti e flotte aziendali

Il nuovo pacchetto sull’automotive, comunque, prevede anche una modifica alle norme sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti, con una flessibilità che faciliti il rispetto degli obiettivi del 2030. Per quanto riguarda le flotte aziendali, gli obiettivi sono stabiliti a livello di Stato membro per sostenere la diffusione di veicoli a zero e basse emissioni.  

I «super crediti» per i produttori

Inoltre, le emissioni zero o basse e il marchio «Made in the EU» diventeranno un prerequisito per i veicoli che beneficiano del sostegno finanziario pubblico. Fino al 2034 i produttori potranno beneficiare di «super crediti» per l’immissione sul mercato di piccole auto elettriche economiche prodotte nell’Ue, con una sottocategoria normativa che comprende veicoli elettrici di lunghezza fino a 4,2 metri. 

Le batterie «made in Europe»

Inoltre, la Commissione Ue lancia il piano «Battery Booster» da 1,8 miliardi di euro per accelerare lo sviluppo di una catena del valore delle batterie interamente prodotta nell’Ue, di cui 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle per batterie attraverso prestiti senza interessi già il prossimo anno. 

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16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 19:38)