di
Simona Marchetti

Il 78enne musicista è morto all’età di 78 anni nella sua casa di Taos, nel New Mexico, per complicazioni derivanti dalla demenza a Corpi di Lewy, dalla polmonite e dal Parkinson

Aveva annunciato di essere affetto da demenza a Corpi di Lewy e Parkinson lo scorso 9 settembre con un post su Facebook, specificando però di non aver voluto condividere la diagnosi «per soffermarsi sulle difficoltà, ma per portare comprensione, consapevolezza e speranza attraverso il potere curativo della musica». Quella stessa musica che oggi piange Joe Ely, scomparso all’età di 78 anni per complicazioni derivanti dalle sue malattie e da una polmonite. Icona del country rock americano, il musicista è morto nella sua casa di Taos, nel New Mexico, circondato dalla moglie (e manager) Sharon e dalla figlia Marie. Nato ad Amarillo e cresciuto a Lubbock, in Texas, Ely ha pubblicato il suo primo disco solista nel 1977 e nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti come Rolling Stones, The Clash, Tom Petty, Stevie Nicks e Bruce Springsteen, con il quale ha condiviso il palco in diverse occasioni. 

«Sono stato fortunato a poter cantare nei suoi album e a salire sul palco con Joe e l’unica cosa che posso dire è: grazie a Dio non è nato nel New Jersey. Avrei avuto molto più da fare», ha scherzato il Boss ricordando l’amico scomparso. Il suo album più famoso è “Musta Notta Gotta Lotta”, seguito da “Lord of the Highway” del 1987, mentre l’ultimo lavoro in studio – “Love and Freedom” – è uscito all’inizio del 2025. Tra i suoi brani più rappresentativi figurano invece “Honky Tonk Masquerade”, “Fingernails“,  “Dallas”, “Hard Livin’”, “Wishin’ for You” e “She Never Spoke Spanish to Me”.



















































16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 18:52)