“Il 35% delle auto non sarà elettrico”
Il pacchetto è stato al centro di un’apposita conferenza stampa dei commissari incaricati della sua redazione. Alcuni passaggi sono interessanti. Per esempio, secondo il responsabile dei Trasporti, Apostolos Tzizikostas (nella foto qui sopra), “la riduzione degli obiettivi di CO2 dal 100% al 90% consentirà flessibilità al mercato: pensiamo che circa il 30-35% delle auto saranno non elettriche, ma con tecnologie diverse, come motori a combustione interna, ibride plug-in o con range extender o qualsiasi altra tecnologia che potrebbe emergere oggi nei prossimi 10 anni”.
“Quali tecnologie saranno a disposizione degli europei? Affermiamo chiaramente il principio della neutralità tecnologica. Confidiamo che l’industria proponga le soluzioni più pertinenti per raggiungere la decarbonizzazione. Saranno consentiti: veicoli 100% elettrici, ibridi plug-in, e veicoli elettrici ad autonomia estesa”, ha aggiunto il commissario all’Industria, Stephane Séjourné, sottolineando che il pacchetto non rimette in discussione l’obiettivo della decarbonizzazione per il settore automobilistico“. Cambiano, però, le modalità di calcolo con l’introduzione di “flessibilità che non mettono a rischio l’obiettivo”, dato che tutte le emissioni “dovranno essere completamente compensate a monte”. In ogni caso, il pacchetto di misure dovrà sempre passare l’esame del Parlamento e dei singoli Stati.
Per ora, è stato accolto in modo positivo da chi lo ha più chiesto, ossia il governo tedesco: “Maggiore apertura tecnologica e maggiore flessibilità sono passi nella giusta direzione, per conciliare meglio obiettivi climatici, realtà di mercato, imprese e posti di lavoro”, ha detto il cancelliere Friedrich Merz, pur evidenziando la necessità di “esaminare nel dettaglio le ampie proposte della Commissione”.
Dello stesso avviso il presidente dell’Automotive Regions Alliance, Guido Guidesi, che è anche assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia: “Il cambio di rotta apre uno spiraglio di speranza, che dovrà però trovare riscontro nei documenti tecnici”.
Critica, come è naturale, l’influente associazione ambientalista Transport & Environment, secondo cui “l’inversione di marcia sul 2035 non renderà di nuovo grandi i costruttori europei: prolungare la vendita dei motori a combustione distoglierebbe gli investimenti dai veicoli elettrici, mentre la Cina continua a correre“.