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Emanuele Roncalli *

Il pronipote di papa Giovanni XXIII dopo l’articolo di Massimo Franco

Caro direttore,
sono Emanuele Roncalli, giornalista di Bergamo (35 anni a L’Eco di Bergamo), nonché immeritatamente pronipote di papa Giovanni XXIII.

Ho letto con interesse l’articolo di Massimo Franco: La «profezia» di Andreotti sul Giubileo e quando disse a Giovanni XXIII: «Mi permetta, Santità, ma lei con conosce il Vaticano».



















































A parte le parole del senatore Andreotti nei confronti di Papa Roncalli, sicuramente scherzose, a mo’ di battuta, per quanto poco provabili, reputo necessarie alcune puntualizzazioni allorquando si scrive quanto segue: «Giovanni XXIII aveva abolito la sedia gestatoria, Andreotti spiegò che la decisione non nasceva dalla sua umiltà, come si pensava. Il papa gli spiegò che “non è umiltà. Io sono grasso e ho paura che mi facciano cadere…”».

Rilevo anzitutto che Papa Roncalli non abolì la sedia gestatoria. Ne sono prova le fotografie che ritraggono Paolo VI e Giovanni Paolo I. Fu invece Giovanni Paolo II ad abolirla.

Ciò detto, ed è questo il motivo per il quale le scrivo, reputo una nota stonata affermare che Papa Roncalli non voleva la sedia gestatoria per la sua stazza, per la paura di cadere e non per la sua umiltà. Mio nonno Giuseppe, l’ultimo dei fratelli del pontefice, mi confidò più volte che Giovanni XXIII non gradiva la sedia gestatoria, per quanto gli ricordasse quando suo papà Battista lo portava a spalle, perché voleva rimanere fra la gente.

Sui diari giovannei a questo proposito ci sono numerosi riferimenti che qui le segnalo. Siamo nel 1959 pochi mesi dopo l’elezione (28 ottobre 1958) e dopo la celebrazione della sua prima canonizzazione il 12 aprile in San Pietro così scrive: «Avverto però che ormai è superfluo che il Papa discenda per le scale in gestatoria: poi è poco sopportabile, all’ingresso in basilica, l’applauso della folla intorno al Papa che si avanza alle cerimonie più sacre e la cui devozione non deve essere disturbata da questi clamori che sono nel gusto degli Italiani, ma non combinano con quello di molti forestieri».

Con la celebrazione delle Olimpiadi a Roma nel 1960, nella grande udienza con le delegazioni del 24 agosto Papa Roncalli annota: « Non volli lasciarmi portare in sedia gestatoria. Ciò mi permise di affidarmi a questa balda gioventù di tutto il mondo, e di lasciarmi accostare da tutti». E potrei proseguire oltre. La ringrazio se vorrà pubblicare.

La risposta di Massimo Franco

Mi spiace ma mi viene il dubbio che anche Emanuele Roncalli non conosca il Vaticano come Andreotti. Le frasi sulla sedia gestatoria, mai smentite, da me riportate nell’articolo sono nel libro di Andreotti: «A ogni morte di papa», pagine 80-81. Il libro è stato pubblicato nel 1980. Né è stata mai smentita la frase irriverente che diceva: «Scusi, Santità, ma Lei non conosce il Vaticano», da me riportata nel libro «Sono postumo di me stesso», pubblicato nel 2013. Il fatto che il nipote del Pontefice se ne accorga adesso, a oltre quarant’anni e a oltre dieci dalla pubblicazione, ci fa piacere: significa che ha letto l’articolo sul sito del Corriere con più attenzione dei libri.
(Massimo Franco)

16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 18:43)