La cassaforte lussemburghese della famiglia Garavoglia trova l’accordo con l’Agenzia delle Entrate dopo che la Guardia di Finanza le aveva sequestrato azioni per 1,3 miliardi. «Certi di avere ragione ma la transazione è nel miglior interesse degli azionisti»

Lagfin, controllante di Campari, accetta di pagare 405 milioni di euro per chiudere il contenzioso con il fisco italiano. La holding lussemburghese della famiglia Garavoglia ha annunciato di aver trovato un accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate dopo che la Guardia di Finanza le aveva sequestrato azioni per 1,3 miliardi per presunta evasione fiscale. L’intesa prevede che Lagfin paghi 152 milioni di euro entro la fine dell’anno; i restanti 253 milioni saranno poi versati in rate trimestrali a partire dal giugno 2027 e fino al 30 settembre 2029.

La nota di Lagfin

A Lagfin la Procura di Monza contestava il mancato pagamento della «exit tax» all’atto del trasferimento in Lussemburgo delle sue attività, inclusa la partecipazione di controllo (51,7%) nel gruppo Campari. Una ricostruzione contestata dalla holding della famiglia Garavoglia anche nel comunicato dell’avvenuta transazione con il fisco. «Nonostante Lagfin sia certa che in un contenzioso avrebbe prevalso», rimarca una nota della società, «lo stesso si sarebbe tuttavia inevitabilmente protratto per anni, attraverso i vari gradi di giudizio, e ciò, pur non potendo mettere in alcun modo in discussione il controllo di Lagfin su Campari, che non avrebbe mai potuto essere intaccato, nemmeno nel caso di soccombenza, avrebbe rischiato di riverberarsi negativamente anche sul prezzo del titolo Campari».



















































16 dicembre 2025 ( modifica il 16 dicembre 2025 | 19:49)