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Doppia stretta in arrivo sulle pensioni anticipate, con un allungamento dei tempi per ricevere l’assegno e una penalizzazione del riscatto della laurea. Il governo entra a gamba tesa sul capitolo previdenza, introducendo anche il silenzio-assenso sul Tfr per i neoassunti. Le novità spuntano nel corposo emendamento da 3,5 miliardi alla manovra con cui l’esecutivo aggiusta in corsa alcune criticità spuntate negli ultimi mesi, dalle agevolazioni Zes e Transizione per le imprese dopo l’esaurimento delle risorse, fino ai fondi per il Ponte dopo l’allungamento dei tempi in seguito alla bocciatura della Corte dei Conti.

Da gennaio si amplia platea aziende tenute a versare Tfr all’Inps

Includere tra i soggetti tenuti al versamento del Tfr al Fondo Inps per l’erogazione del contributo «i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell’attività, raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti, che attualmente sono esclusi dall’obbligo». È quanto prevede – come spiega la relazione tecnica – un comma del nuovo emendamento presentato dal governo alla manovra, e che andrà al voto della Commissione Bilancio del Senato. La misura che scatta dal primo gennaio, opera, si legge sempre nella relazione, «di fatto ampliando la platea di potenziali lavoratori che possono aderirvi».

Doppia stretta sulle pensioni dal 2032, per le finestre e il riscatto laurea

Arriva una nuova doppia stretta sulle pensioni anticipate, quelle che consentono di andare in pensione al momento con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne. Con l’emendamento presentato dal governo, a partire dal 2032 aumenta la “finestra mobile” che è necessario attendere prima di ricevere la pensione, che sale dai 3 mesi ora previsti, a 4 mesi nel 2032 e poi progressivamente a cinque mesi nell’anno successivo e a 6 mesi dal 2034. Una seconda norma, invece, restringe gli effetti per coloro che hanno riscattato la laurea. Di fatto i mesi riscattati varranno meno: un taglio di sei mesi il primo anno e poi, 12 mesi nel 2032, 18 mesi nel 2033, 24 mesi per chi matura i requisiti nel 2034 e 30 mesi per chi li matura nel 2035.

Per i neo-assunti da luglio silenzio-assenso su previdenza complementare

Si prevede dal 1° luglio 2026 per i neo assunti nel privato, l’introduzione di un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare, una sorta di “silenzio assenso” al contrario, con la possibilità di rinunciare a questa adesione automatica entro sessanta giorni. È prevedibile un aumento graduale delle adesioni alla previdenza complementare per i lavoratori di prima assunzione. La relazione tecnica stima una media annua di adesioni nel periodo di 100mila l’anno (di cui circa 25mila l’anno relative a lavoratori presso imprese tenute al versamento contributivo nella gestione a ripartizione relativa al fondo Tfr in ambito Inps). È prevista l’adesione automatica alla forma di previdenza complementare prevista da accordi o contratti collettivi (anche aziendali o territoriali), privilegiando quella con il maggior numero di adesioni in azienda, ma in assenza di accordi è previsto il conferimento dell’intero Tfr e della contribuzione al fondo residuale. Tuttavia la contribuzione del lavoratore non è obbligatoria se la Ral (retribuzione annua lorda) è inferiore all’assegno sociale (538 euro).

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